India, la donna stuprata dai colleghi si dà fuoco

Un'assistente dell'università di New Delhi in India si è data fuoco in piazza dopo essere stata stuprata dai colleghi e licenziata perché voleva denunciare il fatto

India, la donna stuprata dai colleghi si dà fuoco

Pavitra Bhardwaj, assistente di laboratorio di chimica nel college Bhim Rao Ambedkar dell’Università di New Delhi in India, è morta dopo sette giorni di agonia all’ospedale di Lok Nayak, a causa delle ustioni riportate sul 90% del suo corpo.

La 40enne indiana si era data fuoco una settimana fa davanti al palazzo del Governo a New Delhi, a causa di uno stupro subito da alcuni colleghi e del conseguente licenziamento, ad opera del preside di facoltà, dopo che aveva dichiarato di voler denunciare i suoi aggressori.

La donna, che negli ultimi sette mesi aveva cercato invano di denunciare il caso alla polizia locale, al nucleo Crimini contro le donne, all’ufficio del capo di governo Sheila Dikshit, al vice-cancelliere dell’Università di Delhi, aveva scelto di darsi fuoco come estremo atto di protesta e, durante l’agonia, ha riferito alla polizia di aver commesso il gesto perché “nessuno aveva ascoltato le sue grida d’aiuto in altri modi”.

Nemmeno suo marito Dharmender Bhardwaj, che lavorava come capo poliziotto a New Delhi, era riuscito ad aiutarla.

Pavitra Bhardwaj è solo l’ultima vittima della brutale ondata di violenza che colpisce ogni giorno le donne indiane.

Secondo il National Crime Records Bureau i reati sessuali in India sono passati dai 2.487 casi del 1971 ai 24.206 casi del 2011.

Ma c’è anche una buona notizia. Il 10 settembre, infatti, un tribunale indiano ha condannato i quattro uomini accusati di aver stuprato e ucciso una studentessa di 23 anni su un autobus a New Delhi nel dicembre del 2012. I quattro, accusati di 13 capi d’imputazione tra cui stupro di gruppo, omicidio, cospirazione, sequestro di persona e distruzione di prove, sono stati condannati a morte per impiccagione.

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