Inchiesta Pantani bis, la Procura di Rimini chiede l’archiviazione

Per il procuratore Paolo Giovagnoli non ci sono ombre sul decesso del Pirata. La madre del ciclista: "Ora inizia la guerra". E il legale della famiglia annuncia "durissima opposizione"

Inchiesta Pantani bis, la Procura di Rimini chiede l’archiviazione

La vicenda di Pantani forse si avvia ad una conclusione. Il procuratore di Rimini, Paolo Giovagnoli, ha infatti chiesto al gip di procedere all’archiviazione dell’indagine bis che un anno fa è stata aperta per proseguire le indagini sul ciclista e appurare le reali cause della sua morte.

Le indagini vertevano su morte avvenuta per omicidio volontario: la morte di Marco Pantani, avvenuta il 14 febbraio 2004, era sembrata non  chiara e le indagini dopo qulche anno erano state riaperte sotto elementi nuovi emersi dopo altri accertamenti. Adesso la Procura insiste per chiudere il caso poiché ha ritenuto che non vi sono elementi validi a proseguire.

Inoltre, la procura ritiene che sulla morte di Pantani non ci sono ombre e il “Pirata” è stato semplicemente vittima di un mix di farmaci e cocaina che non ha però visto nessun coinvolgimento di altre persone. Come già detto, era stata la famiglia a far riaprire le indagini per indagare sulla morte del congiunto, poiché riteneva impossibile che il ciclista avesse ingerito quella roba di spontanea volontà.

Alla notizia della richiesta di chiusura del caso la madre di Pantani, Tonina, ha avuto una reazione forte e dura e ha detto: “Aspettavo questo dopo aver visto l’indifferenza del Procuratore. Sentenza dura, ora inizia la guerra”. Eh, sì, perché pare proprio che la donna non voglia sentire ragioni e anche su Facebook ha scritto qualcosa che ha lasciato intendere che adesso comincia la battaglia. L’avvocato della famiglia, Antonio De Rensis, che presentò un anno l’esposto che diede il via alle indagini, ha commentato la richiesta di chiusura del caso dicendo che farà una durissima opposizione al gip e sta già preparando un’istanza di avocazione alla Procura generale di Bologna.

Battagia aperta, dunque, e vedremo chi vincerà in questa sorta di botta risposta che sembra caratterzzare da qualche tempo il caso Pantani.

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