Anche in Italia arrivano i divorzi veloci, da fare senza il giudice

Prendono corso i nuovi divorzi, che prevedono solo la firma dell'avvocato e non del giudice. Separazioni accelerate come in Francia, dichiara il ministro Orlando, per divorzi più veloci e meno complicati

Anche in Italia arrivano i divorzi veloci, da fare senza il giudice

Arriva un nuovo decreto che semplifica la separazione consensuale, rendendo i divorzi veloci, con l’ausilio non più del giudice ma dell’avvocato. E’ quanto si legge dalle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per quanto riguarda la riforma nell’ambito dei divorzi. Un decreto che assicura, dice il ministro, un possibile accordo tra i coniugi con l’assistenza dei loro avvocati, senza l’intervento del giudice. La riforma che prenderà il via a breve sarà uguale a quella già esistente da tempo in Francia, dove i coniugi risolvono le loro controversie in presenza dei loro avvocati, senza ricorrere alle vie giurisdizionali, a meno che non ci siano figli minorenni o disabili.

Il nuovo provvedimento prevede anche l’avvio dal 30 giugno di un iter telematico che obbliga il deposito telematico degli atti, ma non tutti gli uffici sono adeguati a ricevere tali documenti, perché ancora sforniti dell’attrezzatura idonea. La situazione è questa in tutta Italia, e bisogna fare presto per permettere l’adeguamento alla normativa. Il ministro Orlando continua dicendo che la riforma del divorzio fa parte di un pacchetto di normative più ampie, che affrontano anche il duro tema delle carceri, lotta alla mafia, diritto civile e norme che riguardano anche il CSM. Una vera e propria riforma della giustizia che da giugno semplificherà molte delle normative vigenti, cercando di dare soluzioni più veloci e opportune a molti problemi.

La riforma del divorzio eliminerà molti passaggi burocratici che finora hanno creato inutili ritardi a provvedimenti già designati, risolvendo in breve numerose separazioni. Dura la risposta della CEI, che annuncia una forte delusione da parte dei politici, e augurano loro di lavorare a favore di leggi che siano a protezione della famiglia, e non ne facilitino la distruzione. Inoltre, la CEI ha detto no alla riduzione dei tempi della separazione, che da tre anni dovrebbero ridursi a uno, e stando alle dichiarazioni di don Paolo Gentili “forme legali di questo tipo andrebbero ancora di più a minare l’istituto del matrimonio, cioè a rendere più difficile la sfida del “per sempre”, che continua però ad affascinare tanti giovani, tanti conviventi, tanti che vivono la forma delle unioni di fatto e che però chiedono molto spesso alla Chiesa di offrire l’orizzonte del per sempre”.

 

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