Mentre in Italia ancora si discute, case chiuse sì, case chiuse no, in Germania pensano a ben altro, cosi mentre nel bel paese l’idea di togliere le prostitute dalla strada è sempre un tabù, a Berlino risolvono persino lo scomodo di andar per strada alla ricerca di sesso a pagamento. I confini di stato sembrano vicini, poche centinaia di chilometri separano Germania e Italia, ma i confini dello sviluppo (non solo econimico) sono sempre più lontani.
L’esempio arriva questa volta dall’energica e creativa città di Berlino, dove, da una semplice idea di una ragazza di 26 anni arriva l’app che prenota escort con un click. L’obiettivo, manco a dirlo, è sempre quello di togliere queste donne dalla strada, l‘idea giunge da una mente fresca di studi che descrive il servizio ideato dalla start up dai vari tabloid e dei siti dedicati ai creativi berlinesi.
L’ideatrice dell’app ha messo su una piccola impresa “Peppr.it”, da dove offre alle prostitute una specifica piattaforma di prenotazione. Il servizio per le prostitute è a costo zero e chi prenota l’escort pagherà la prestazione sempre e comunque al di fuori della rete, cioè personalmente come accadeva fino ad oggi. Con i guadagni delle prestazioni dunque, quelli del servizio Peppr.it non hanno nulla a che fare, nessun tipo di sfruttamento in altre parole, il loro introito è garantito da chi si avvale dell’app per entrare in contatto con la prostituta, il cliente infatti per usufruire del servizio, versa alla società web una piccola quota in fase di prenotazione.
Oggi la sede di Peppr è in Weserstrasse e ci lavorano in appena tre persone, tra cui la fondatrice che è ovviamente il Ceo del piccolo gruppo. Al momento lavorano con le agenzie di escort e non con i bordelli che occorre ricordarlo, in Germania sono legali. Il gruppo di lavoro dichiara tuttavia di essere in contatto anche con libere professioniste del settore. L’app secondo l’ideatrice, vuole rilanciare, l’immagine di un mercato torbido e pieno di approfittatori. La ventiseienne spiega inoltre su di un sito dedicato, come sia arrivata a questo progetto: “Il racconto di come sia nata l’idea è un po’ kitsch, una sera d’inverno passando per Oranienburger Strasse con degli amici ho visto delle prostitute al gelo, in attesa di clienti. Io stessa avevo la gonna, e sentivo freddo. E allora mi sono detta, pazzesco c’è un app per tutto, perché per le prostitute no?”.
Cosi grazie anche agli studi che aveva alle spalle, detto, fatto: “sono venuta a Berlino per un master che aveva come tema centrale l’etica economica. Parallelamente ho collaborato con la cattedra di Corporate Responsability Management e ho lavorato per Continental”. Nessuna remora morale dunque ed è tutto legale, ovviamente in Germania…
Magari si può rinunciare ad un’app per prenotare prostitute, ma sarebbe il momento di controllare lo squallido mercato del sesso a pagamento che mortifica le strade delle nostre città e forse meno delle nostre coscienze.