Emanuele Verù, un noto imprenditore padovano, ha fondato la sua azienda nel 1955 ma, da tempo, l’azienda attraversava una grave crisi economica. Nulla faceva presagire il gesto che l’uomo ha compiuto martedì mattina.
Emanuele, giunto nel capannone della ditta a Peraga di Vegonza, si suicida impiccandosi all’interno della sua amata ditta. L’uomo lascia la moglie e due figli: nessuno di loro riesce a dare una spiegazione a tale gesto, perché dicono che era un uomo dedito al lavoro e alla famiglia.
Il sindaco, Stefano Maragon, lo ricorda come “un uomo cordiale e semplice, con una rete di amicizie consolidata. Nessuno trova delle spiegazioni”. L’uomo non aveva parlato con nessuno del suo malessere.
La ricostruzione
La moglie racconta che Emanuele ha fatto colazione ed è uscito di casa senza salutarla, perché lei stava ancora dormendo. Il corpo è stato trovato dalla moglie insieme ad un operaio, quando la donna si era recata in ditta per portare una copia delle chiavi all’operaio affinché potesse aprire: “credevo che avesse dimenticato il cellulare da qualche parte. Così ho raggiunto la ditta con la copia delle chiavi. Appena sono entrata, ho visto mio marito”. Questo è quello che la moglie racconta al Corriere della Sera.
La donna si occupava della contabilità dell’azienda, e sapeva che era in gravi difficoltà economiche, ma pensava che si sarebbe risolto tutto. Si sentiva in colpa per quel fallimento, ma potevano farcela. La donna non reputava tale situazione un dramma, siccome avevano ricevuto delle offerte di lavoro e sono riusciti a pagare l’ultima rata del capannone che, nel frattempo, avevano già messo in vendita.
Tuttavia, per il marito era diverso e aveva visto la messa in liquidazione della ditta Italservice come un fallimento personale. La moglie Elena Grassetto dice che “c’erano delle difficoltà, anche perché l’avvento di Internet ha cambiato il mercato”. In quest’epoca, la gente preferisce fare gli acquisti sull’e-commerce, per esempio su Amazon piuttosto, più che andare dal rivenditore. Il fratello della donna racconta che hanno cercato di adeguarsi al cambiamento della società, ma che la situazione non è migliorata.
Emanuele era un marito splendido, un grande lavoratore, ed uno splendido padre di famiglia: “non aveva nulla di cui vergognarsi, se il mercato è cambiato, non poteva certo essere colpa sua“.