Ilva, Cassazione si al risarcimento ai ‘ribelli del Tamburi’: spandimento sistematico delle polveri

La sentenza della Corte di Cassazione conferma le sentenze di primo e secondo grado a favore dei proprietari degli immobili del quartiere Tamburi: risarcimenti dai 12 ai 16mila euro.

Ilva, Cassazione si al risarcimento ai ‘ribelli del Tamburi’: spandimento sistematico delle polveri

Nella giornata di martedì 6 luglio 2021 arriva la notizia che ‘i ribelli del quartiere Tamburi‘ di Taranto attendevano già da anni. La terza sezione della Corte di Cassazione ha ha respinto l’istanza di ricorso dell’ex Ilva. La decisione dei giudici è stata quella quindi di confermare le sentenze del Tribunale di Taranto e della Corte d’appello. 

Cosa era stato stabilito in questi due gradi di giudizio? Le sentenze in questione – storiche per certi aspetti – hanno accertato il diritto al risarcimento per il ridotto godimento dei propri immobili. Questo è quanto fu chiesto ed accordato quindi ad un gruppo di cittadini proprietari di alcuni immobili in via De Vincentiis, nel quartiere Tamburi. 

Tra coloro che ora dovranno essere risarciti c’è anche Salvatore De Giorgio, che viveva a circa 200 metri dai parchi minerali del polo siderurgico. L’uomo dovette trasfferirsi in altra località ed abbandonare quindi i luoghi a cui ormai si era affezzionato ed erano a lui più familiari. L’Ilva era già stata condannata – in primo e secondo grado – al risarcimento in via equitativa del 20% del valore dell’immobile. 

I valori oscillavano quindi dai 12mila ai 16mila euro per appartamento. La battaglia giudiziaria dura da ben 15 anni. La sentenza della Cassazione assicura quindi i propetari alla non restituizione i quanto incassato precedentemente nel 2014, quando l’Ilva fu ammessa alla procedura concorsuale. 

I cittadini che si sono mossi in ritardo con la richiesta risarcitoria non riceveranno invece alcun ristoro economico. Come è noto, infatti, la procedura concorsuale non pagherà quelle somme a causa di insufficienza di fondi. Nel motivare la decisione, i giudici della Cassazione hanno inoltre precisato che c’è stato e continua ad esserci lo spandimento automatico delle polveri dei minerali, che si despositano su abitazioni e strade. Parole che mettono quindi un punto su una vicenda molto annosa e delicata. 

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