“Sì, lo confesso! Sono stata una militante del movimento del diritto all’abitare, a Milano e in tutta Italia.” Con queste parole inizia un lungo post su Facebook di Ilaria Salis, recentemente eletta all’europarlamento con Avs. In questo post, Salis riflette sul suo passato e sul debito che, a 39 anni, avrebbe accumulato con il Comune di Milano per non aver pagato l’affitto dell’alloggio popolare dell’Aler, l’ente che gestisce il patrimonio Erp di Regione Lombardia, situato nella zona dei Navigli.
Salis, nel suo messaggio, è eloquente e diretta: “Se qualcuno pensava di fare chissà quale scoop scavando nel mio passato, è solo perché è sideralmente lontano dalla realtà sociale di tale movimento, che si compone di decine di migliaia di abitanti delle case popolari e attivisti, i quali, per aver affermato il semplice principio di avere un tetto sulla testa, sono incappati in qualche denuncia“.
Il discorso di Ilaria Salis mette in risalto l’importanza cruciale di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dalla sua persona alla critica realtà della grave povertà e precarietà abitativa che affligge molte persone. Salis difende con passione le pratiche collettive come l’occupazione di case sfitte, il blocco degli sfratti, la resistenza agli sgomberi e l’uso dei sportelli di ascolto, evidenziandole come risposte efficaci all’isolamento sociale e alla manipolazione politica perpetrata dalle forze estremiste e dal racket.
Inoltre, ribadisce con fermezza l’urgenza di affrontare politicamente e immediatamente la questione dell’abitare, proponendo soluzioni che, seppur temporanee, rappresentano un passo significativo verso una trasformazione più profonda delle condizioni di vita, improntata sulla giustizia sociale. Il suo impegno nel movimento del diritto per la casa, sia nel passato che nel presente, è un motivo di orgoglio per Salis, che desidera anche chiarire pubblicamente la sua situazione personale in merito alle recenti controversie sollevate.
Salis conclude il suo post evidenziando come molte persone e famiglie, spesso senza i mezzi necessari per difendersi adeguatamente, siano tormentate da richieste infondate di questo genere, denunciando così una prassi di abuso e disinformazione che colpisce i più vulnerabili.