Nel cuore del Salento, una rete di relazioni tra politica, affari e amministrazione pubblica sta attirando l’attenzione della magistratura. Un’indagine in corso, coordinata dai pm Alessandro Prontera e Massimiliano Carducci, ipotizza l’esistenza di un gruppo organizzato con obiettivi illeciti che avrebbe agito a discapito della crescita economica e sociale del territorio, orientando risorse e opportunità verso fini personali.
Un’indagine che, pur ancora in fase cautelare, solleva interrogativi profondi sul rapporto tra potere e sviluppo locale. Nel mirino degli inquirenti figura anche Alessandro Delli Noci, attuale assessore regionale allo Sviluppo economico e già vicesindaco di Lecce, per cui è stata richiesta la misura dei domiciliari. La posizione dell’assessore emerge con particolare rilievo da una conversazione captata nel 2020 all’interno dell’ufficio dell’imprenditore Alfredo Barone – anch’egli indagato – in cui si discuterebbe della creazione di un “gruppo di forza politica ed economica” capace di influenzare dinamiche decisionali e progettualità future.
Secondo l’interpretazione degli inquirenti, si sarebbe trattato di una struttura stabile, composta da soggetti consapevoli del proprio ruolo, con l’intento dichiarato di consolidare spazi di potere per almeno un decennio. Un passaggio che, nella lettura degli atti, rappresenterebbe la conferma dell’esistenza di un’entità ben radicata nel tessuto decisionale pugliese.
L’inchiesta coinvolge 11 persone e 4 società, tra cui Luxuriclass, Rivabella, Microbiotech e Italservice, accusate – a vario titolo – di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, truffa ai danni dello Stato, reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio. Oltre a Barone e Delli Noci, figurano l’ingegnere Maurizio Laforgia (ritenuto una figura centrale nelle relazioni istituzionali), gli imprenditori Marino Congedo e Italia Santoro, e diversi funzionari locali.
Alcuni rischiano il carcere, altri misure interdittive, in attesa degli interrogatori previsti per l’11 giugno davanti al gip Angelo Zizzari. Tra i progetti di maggiore interesse, finiti nel fascicolo, vi sarebbero anche la trasformazione dell’ex convento delle Stimmatine in una struttura ricettiva di lusso e il riutilizzo commerciale dell’ex cinema Santa Lucia. Operazioni che, secondo i pm, sarebbero state gestite in modo da marginalizzare il beneficio collettivo, deviando opportunità verso un circolo ristretto di beneficiari.
Le difese, nel frattempo, si stanno preparando a replicare nel merito delle accuse. Gli avvocati delle persone coinvolte hanno chiesto l’accesso agli atti d’indagine, raccolti in sei corpose informative, per poter rispondere con elementi concreti durante i prossimi interrogatori. L’inchiesta, ancora in fase preliminare, rappresenta una pagina delicata per la politica e l’economia pugliese. Al di là degli sviluppi giudiziari, quanto emerge contribuisce a una riflessione più ampia sul modo in cui le relazioni tra pubblico e privato possano influenzare – o deviare – le traiettorie di crescita dei territori, come il Salento, che ambiscono a un futuro fondato su trasparenza, legalità e inclusività.