Il Papa contro la tratta di esseri umani: la schiavitù del 21° secolo

Nella giornata di riflessione e di preghiera contro la tratta delle persone, il Santo Padre è stato molto duro nel condannare il vergognoso fenomeno del commercio internazionale di esseri umani.

Il Papa contro la tratta di esseri umani: la schiavitù del 21° secolo

Lunedì 8 febbraio 2016 si è celebrato il secondo appuntamento mondiale contro una delle peggiori schiavitù del ventunesimo secolo, che rappresenta, purtroppo, uno dei traffici più redditizi della criminalità mondiale, secondo solo a quello della droga e delle armi. Nella preghiera dell’Angelus di domenica 7, il Papa ha ricordato alla folla dei fedeli presenti in Piazza San Pietro questo importante appuntamento che, quest’anno, assume un’importanza ancora più rilevante.

Il Giubileo della Misericordia offre, infatti, una concreta opportunità per aiutare i nuovi schiavi di oggi a rompere le pesanti e umilianti catene della schiavitù e a riappropriarsi della loro dignità e libertà. Le parole del Papa hanno ricordato soprattutto tante donne e bambini, vittime e abusati, come strumenti di lavoro o di piacere; protagonisti innocenti di questa intollerabile vergogna che vede coinvolti Paesi e criminali di tutto il mondo.

Ricordiamo che la data dell’8 febbraio ricorda la memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, la religiosa sudanese rapita da bambina da mercanti di schiavi e simbolo del riscatto per tutte le vittime di questo ignobile e vergognoso traffico. La piccola sudanese ebbe nel console italiano dell’epoca il suo salvatore; gli schiavi di oggi possono sperare nel risveglio delle coscienze di tutti gli uomini giusti che in ogni nazione devono cooperare per smantellare questa rete di sevizi e soprusi.

La Comunità internazionale deve sentirsi coinvolta in questo forzo, che deve essere di tutte le nazioni che si definiscono civili, per rimuovere le cause di questa, definita dal Papa, “piaga vergognosa”. “La tratta delle persone – afferma il Pontefice – è un crimine contro l’Umanità e minaccia i valori fondanti della società e anche la sicurezza e la giustizia internazionale“. Con queste parole piene di indignazione e sdegno, il Pontefice vuole scuotere le coscienze di quanti sono preposti alla sicurezza pubblica e ad operare per la tutele dei diritti basilari e universali dell’uomo.

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