La comunità del running vicentino vive giorni profondamente difficili. Alberto Zordan, 48 anni, si è spento nel sonno nella sua casa di Sovizzo nella notte tra l’1 e il 2 novembre. Un improvviso malore ha interrotto una vita piena di dedizione, amicizia e impegno nello sport e nel lavoro. I soccorsi, intervenuti immediatamente, non hanno potuto fare nulla per lui.
Come da prassi, sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso. La notizia ha suscitato grande partecipazione emotiva in tutta la provincia, non solo perché Alberto era molto conosciuto, ma anche perché la sua società sportiva aveva da poco salutato un’altra atleta amatissima: Anna Zilio, 39 anni, trovata senza vita nella sua casa a Verona. Due persone unite dalla stessa passione, dalla stessa squadra e da un percorso sportivo condiviso, venute a mancare nel giro di poche settimane.
Un fatto che ha scosso i tanti che li conoscevano e stimavano. Alberto era un maratoneta preciso, metodico e appassionato. Aveva partecipato di recente a due competizioni: la StrArzignano il 5 ottobre e la corsa su strada a Verona il 12 ottobre nella categoria Seniores 45. Si stava preparando a un nuovo obiettivo: la Maratona di Valencia del 7 dicembre. Il sogno più grande, come ricordano i compagni di squadra, era correre la maratona di New York per i suoi 50 anni, nel 2026.
Fuori dal mondo della corsa, Zordan era una persona riservata ma molto stimata. Diplomatasi in ragioneria, coltivava una forte passione per la grafica e l’informatica, qualità che lo avevano reso un punto di riferimento nella ditta di famiglia, “Arte Grafica Zordan”, fondata dai suoi genitori. Era legatissimo alla moglie Valentina, alla sorella Elena e alla figlia Vittoria, al centro di ogni suo progetto e sogno futuro. Il suo caro amico Paolo Fongaro lo ricorda con parole profonde.
Lo definisce “un samurai”, per la sua disciplina e il suo rigore, ma anche per il silenzio discreto con cui si dedicava completamente agli altri e alla comunità. Insieme, i due avevano dato vita al periodico locale “Sovizzo post”, pubblicando ben 334 numeri. «Era il mio braccio destro e sinistro – racconta Fongaro – una presenza fondamentale, diventata nel tempo una parte della mia famiglia». Per la società Km Sport, questi giorni sono segnati dal ricordo di due figure che hanno lasciato un’impronta indelebile. Anche Anna Zilio, infatti, era considerata colonna portante della squadra. Con una formazione giuridica e un passato professionale come avvocato, correva da oltre dieci anni, affrontando ogni gara con entusiasmo e determinazione.