Il mistero di Alice Neri: le lettere d’amore del terzo uomo

Depositate le motivazioni di rifiuto dell'istanza di scarcerazione dell'unico indagato. Vengono alla luce i contenuti di alcune lettere trovate nell'armadietto della vittima. Il terzo uomo esiste. Un testimone racconta il rapporto e le inquietudini di Alice

Il mistero di Alice Neri: le lettere d’amore del terzo uomo

Depositate dal Tribunale del riesame di Bologna le motivazioni che avevano portato lo scorso Febbraio al rigetto dell’istanza di scarcerazione nei confronti di Mohamed Gaaloul. Indagato per l’omicidio di Alice Neri, 32 anni, ritrovata carbonizzata nella propria auto nelle campagne della bassa modenese. Le motivazioni dei giudici si riferiscono alle immagini delle videocamere di sicurezza e alle dichiarazioni dello stesso Mohamed e di familiari alla stampa. Oltre al viaggio in Francia – che l’indagato ha sempre giustificato per motivi di lavoro, mentre per la procura si è trattato di un tentativo di fuga. Ad oggi il tunisino è l’ultima persona ad aver visto Alice ancora viva. 

Ma quello che sta agitando le acque del caso è il ritrovamento – nell’armadietto aziendale di Alice- di alcune lettere scritte da un collega. Missive che concretizzano l’ipotesi del terzo uomo nella vicenda. Il contenuto di queste lettere è stato pubblicato dal programma Rai “Storie Italiane: ”Ciao Alice ti scrivo questa lettera per dirti quello che non riesco quando sto lì con te, perché guardandoti dimentico anche come mi chiamo…Un giorno smetterò di controllare il tuo ultimo accesso, smetterò di pensarti nel cuore della notte, smetterò di sussurrare ogni volte che sento il tuo nome… forse un giorno ma non oggi TVB”. 

Il collega di Alice, autore di queste missive, aveva smentito precedentemente qualsiasi relazione con la donna. Raccontò che si trattava sostanzialmente di una conoscenza di lavoro, di avere solo un buon rapporto di amicizia.Un dettaglio importante è quello dell’effettivo giorno del ritrovamente delle lettere. Che il contenuto sia stato reso pubblico a cinque mesi dalla morte di Alice Neri, non significa che le stesse siano state ritrovate ora. Almeno lo speriamo. Bensì ritenute non idonee ai fini investigativi- dai magistrati.

E’ più che probabile che l’armadietto di Alice – negli spogliatoi aziendali- sia stato perquisito nei giorni immediatamente successivi al ritrovamento del suo corpo carbonizzato . E proprio in quei giorni un collega di Alice, ha un malore alla vista dei carabinieri in fabbrica. Lo stesso uomo che si è presentato per l’inizio del turno lavorativo alle 6.30 del venerdì, quando l’auto di Alice stava bruciando. Un alibi sostanzioso. Rimane il fatto che il “terzo uomo” abbia mentito precedentemente al giornalista Alessandro Politi, che lo ha i ntervistato. Essendo sposato, plausibile che abbia voluto nascondere la vicenda. Tanto da cancellare le chat con Alice dopo la sua morte. I sentimenti del collega erano corrisposti da Alice o si trattava di una ossessione dell’uomo? 

E’ sempre Politi a scovare una testimonianza anonima – conoscenza comune dei due – che racconta il rapporto tra Alice Neri ed il “terzo uomo”: Un giorno mentre Alice festeggia con i colleghi la proroga del contratto di lavoro, la vedono fuggire in lacrime. Rincorsa dal collega lei avrebbe detto: “Allora non hai capito che mi sono innamorata di te?”. Secondo questa persona, il giorno precedente all’omicido, il collega disse ad Alice che tra di loro poteva esserci solo un amicizia. Quel giorno Alice avrebbe provocato il collega, inviando foto probabilmente di natura intima. Fatti che non sarebbero mai stati rivelati agli inquirenti.

 Sempre secondo la testimonianza- da verificare- Alice Neri racconta cose non veritiere, in merito al suo matrimonio. Quando entra in fabbrica dice che è divorziata: “Lo so perchè ho parlato con una collega di Alice. E’ una persona che non avrebbe mai mentito”. Il terzo uomo gli avrebbe confidato di avere saputo della figlia (di Alice, ndr) un mese prima dell’omicidio.

“Guarda quello che è successo tra di noi, non mi è mai successo in tanti anni di matrimonio”. E allora perchè Alice, si vede con l’altro collega Marco l’ultima sera? sempre secondo la golaprofonda, Marco era ossessionato da lei. Quindi la donna decide di chiarire la situazione con lui, intimandogli di interrompere le sue avances. Rimane il fatto che i due rimangono allo Smart Cafè di Concordia, per un aperitivo circa 6 ore. Ed il mistero sulla morte di Alice Neri, diventa sempre più fitto. 

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