Il mistero delle sparizioni a Roma: il filo nascosto che lega Emanuela Orlandi, Mirella Gregori e altre giovani

Un’analisi indipendente mette in luce un possibile schema geografico e temporale nelle sparizioni di ragazze tra i 14 e i 16 anni nella Capitale, in un’area ristretta che comprende il Vaticano.

Il mistero delle sparizioni a Roma: il filo nascosto che lega Emanuela Orlandi, Mirella Gregori e altre giovani

Tra il 1982 e il 1983, Roma fu attraversata da una serie di sparizioni improvvise che ancora oggi rappresentano uno dei capitoli più oscuri della sua storia recente. Una sequenza di casi legati da elementi comuni come l’età delle protagoniste — quasi sempre adolescenti tra i 14 e i 16 anni — e la zona in cui le giovani sono scomparse. Al centro delle cronache rimangono i nomi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, ma ora un nuovo studio pone l’accento su un potenziale “cluster” di almeno sedici episodi che avrebbero interessato una porzione specifica della città: circa cinque chilometri quadrati tra Corso Rinascimento e la Città del Vaticano.

Il lavoro, realizzato dall’avvocato Valter Biscotti e dalla dottoressa Jessica Leone, è stato presentato a Palazzo San Macuto davanti alla Commissione bicamerale che indaga sui casi Orlandi e Gregori. I dati mostrano come nel maggio 1983 si registrarono dieci sparizioni e nel giugno dello stesso anno altre sei. Il 22 giugno è proprio il giorno in cui Emanuela Orlandi fu vista l’ultima volta: aveva 15 anni e si trovava esattamente nell’area considerata dall’analisi.

Le coincidenze, già note agli osservatori nel corso degli anni, tornano ora sotto una luce nuova grazie alla sistemazione delle informazioni in mappe e grafici che evidenziano percorsi ricorrenti e punti sensibili. Il fenomeno, secondo quanto esposto da Leone, inizierebbe già nel marzo 1982 e arriverebbe fino all’agosto 1983, costruendo una linea temporale continua che rende ancora più necessario comprenderne la natura. La Commissione, con il suo vice presidente Roberto Morassut, ha chiesto ulteriori approfondimenti, rilevando come la mancanza di dati a partire dal 1984 renda difficile capire se tale anomalia si sia improvvisamente interrotta o se invece sia proseguita in altre forme e con modalità differenti.

A rafforzare l’interesse verso questo studio c’è la posizione geografica: molti episodi avvengono in luoghi facilmente collegabili alle aree di transito verso il Vaticano o comunque vicini ai confini della Santa Sede. La Commissione intende verificare se questo dettaglio sia frutto del caso o se debba essere inserito in un quadro interpretativo più ampio che coinvolga istituzioni civili, ecclesiastiche e realtà territoriali oggi ancora poco esplorate.

Resta il fatto che, a oltre quarant’anni di distanza, tanti interrogativi non hanno ancora trovato risposta. Ogni nuova analisi, ogni documento acquisito rappresentano un passo per provare a costruire una narrazione completa e credibile degli eventi, cercando collegamenti che forse, all’epoca, non furono colti o si persero tra piste parallele.

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