Il medico di base Mara Maffeis non vuole curare i no vax: "Ho chiesto ad Ats la possibilità di revoca"

Un medico di base della Val Seriana, Mara Maffeis, si è sfogata in una chat di Whatsapp scrivendo di non volere più curare i no-vax. Per questo ha ricevuto insulti e minacce di querele.

Il medico di base Mara Maffeis non vuole curare i no vax: "Ho chiesto ad Ats la possibilità di revoca"

La dottoressa Mara Maffeis, medico di base 48enne, in servizio a Ponte Nossa e Premolo, in Val Seriana, in uno stato Whatsapp si è sfogata scrivendo: “Si “ringraziano” tutti i pazienti non vaccinati per la nuova ondata pandemica che ci troviamo ad affrontare!!! Chiederò ad Ats la possibilità di revocare tutti i pazienti non vaccinati!!!”. All’Ats poi la dottoressa si è rivolta davvero, ma le è stato detto che non è possibile cancellare dall’elenco dei suoi 1.500 assistiti i “no-vax. 

“Dunque, continuerò a curare tutti come ho sempre fatto”, ha detto il medico al “Corriere della sera”, che ha riportato la sua storia. Lo sfogo virtuale si è trasformato in azione concreta: la dottoressa di Parre, ma con ambulatori a Ponte Nossa e Premolo, si è confrontata con il suo referente all’Agenzia di tutela della salute per valutare l’opzione di poter depennare dall’elenco dei suoi 1.500 mutuati chi non si è sottoposto al vaccino contro il Covid, ma le è stato risposto che non questo non è possibile. 

La vicenda

Il medico di base, che presta servizio in uno dei territori maggiormente colpiti dalla prima ondata di Covid, combatte contro chi, pur potendolo fare, non si è ancora vaccinato contro il Covid, cercando di convincerli. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’esplosione dell’ondata Omicron che ha travolto l’Italia, come il resto del mondo, negli ultimi giorni.

La dottoressa, come per molti altri della sua categoria, è stata sommersa da telefonate di persone risultate positive. Tutti casi che, fino a poco fa, gestiva l’Ats e che ora, con il tracciamento praticamente saltato, si riversano sui medici di famiglia. L’Ats, infatti, consiglia di prenotare il tampone molecolare sul database ma il sistema rimanda a metà gennaio come prima disponibilità. L’unica alternativa è farsi prescrivere dal medico di famiglia la ricetta rossa per sottoporsi al tampone ai drive-in, con code di diverse ore. Per il suo sfogo però Maffeis ha ricevuto minacce di querele e insulti da alcuni dei suoi pazienti, anche se non sono mancati pure messaggi di solidarietà.

Una persona anonima le ha scritto che l’avrebbe denunciata ai carabinieri e che si sarebbe rivolta a un avvocato. Un certo Locatelli, racconta la dottoressa, l’ha telefonata insultandola, dicendole che avrebbe promosso una raccolta firme per farla rimuovere, che sarebbe passato in studio e che avrebbe chiamato Striscia la Notizia.

Mara Maffeis ha contratto il Covid a marzo dell’anno scorso, quando la Bergamasca era una delle province più colpite.La sua crociata contro i no-vax deriva dunque dalle sue esperienze, passate e presenti: “Non so dire quanti tra chi visito non sono vaccinati, ma credo che abbiano giocato un ruolo in questa nuova ondata – spiega – I primi positivi che ho visitato, guarda caso, erano 4 persone non vaccinate”. Tra i più scettici e irremovibili nel sottoporsi al vaccino ci sarebbero, secondo la dottoressa, persone che hanno tra i 40 e i 50 anni. 

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