Il marito la sfregiò con l’acido, Filomena Lamberti rivela: "Lui patteggiò 18 mesi, a me 300 euro di pensione"

Vittorio Giordano fu uno dei primi uomini a sfregiare con l'acido la moglie, che voleva lasciarlo. Lui ha patteggiato 18 mesi di carcere ed è oggi libero, mentre lei riceve una misera pensione di 300 euro mensili. "Chiedo di poter vivere con dignità".

Il marito la sfregiò con l’acido, Filomena Lamberti rivela: "Lui patteggiò 18 mesi, a me 300 euro di pensione"

Filomena Lamberti fu nel 2012 una delle prime donne in Italia ad essere attaccate con l’acido dal marito, che aveva deciso di lasciare. A più di 10 anni dall’aggressione, la donna rivela che il marito patteggiò immediatamente, ottenendo solo 18 mesi di carcere, mentre per lei lo stato ha deciso una pensione mensile di 300 euro.

Era il 28 maggio del 2012 quando Filomena, che aveva deciso qualche giorno prima di lasciare il marito violento e alcolista dopo 30 anni di matrimonio, venne aggredita brutalmente. Il marito Vittorio Giordano, armato di una bottiglia di acido solforico, la sfregiò su viso, mani e dorso. Una violenza terribile, accompagnata da una totale indifferenza nei confronti della donna da parte dello Stato e del sistema giudiziario.

Quando Filomena si trovava ancora in terapia intensiva a meno di un mese dell’aggressione, senza che potesse essere ascoltata o vista, il 25 giugno 2012 il marito patteggiò una condanna ad appena 18 mesi per lesioni personali con il nulla osta della procura di Salerno, ed è oggi libero. “Non sono stata mai vista, né ascoltata da nessuno, nemmeno all’avvocata che nominai di fiducia“, racconta Filomena.

Anche il giudice si poteva opporre al patteggiamento, dicendo: ‘Vogliamo vedere in che condizioni sta la signora Lamberti?‘”. Il marito, tornato in totale libertà, è tornato a fare il suo lavoro in pescherina come se niente fosse successo e senza versare risarcimenti, ed ai microfoni de “Le Iene” disse di non essere pentito e che lo rifarebbe. 

Filomena, che in 5 anni di ricoveri ha subito più di 30 interventi, cerca di sopravvivere con una pensione di invalidità di 300 euro, non riuscendo ad arrivare alla fine del mese né a pagare le costose cure alle quali dovrebbe sottoporsi. Se infatti le cure salvavita sono a carica del sistema sanitario nazionale, i trattamenti per le cicatrici sono considerate cure estetiche, e sono totalmente a carico della paziente.

Andrei a fare qualsiasi lavoro pur di non essere costretta a chiedere la carità per pagare le bollette“, lamenta Filomena, che ha oggi 64 anni e vive con uno dei tre figli avuti con il suo aguzzino. Oltre all’ostacolo dell’età, in seguito all’aggressione, la vista della donna è compromessa, ha un braccio più corto che non può alzare. “Chiedo di  poter vivere con dignità, di non essere sempre, costantemente in affanno“, dice la donna dalle pagine de Il Corriere della Sera.

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