Il latte italiano è miscelato con latte estero: ecco di quali marche possiamo fidarci

Nel paese del buon cibo arrivano quotidianamente tonnellate di latte proveniente dall'estero, alla faccia del made in Italy. La tendenza è in aumento, e gli allevatori italiani si sono più volte ribellati. Ecco di quali marchi possiamo ancora fidarci.

Il latte italiano è miscelato con latte estero: ecco di quali marche possiamo fidarci

Dal 2015, in Italia le importazioni di prodotti agroalimentari dall’estero sono aumentate quasi del 30%. I coltivatori italiani più volte si sono ritrovati numerosi per manifestare contro il deleterio boom di importazioni straniere. Sono trascorsi quattro mesi da quando, il 19 aprile, il decreto legge sulla provenienza obbligatoria del latte e dei suoi derivati è entrato in vigore. Questa legge era già obbligatoria per il latte bianco fresco. Da aprile 2017, l’obbligo è scattato anche per quello a lunga conservazione.

Sugli scaffali dei supermercati è diventata un’ardua impresa discernere il latte 100% italiano da quello mischiato con materia prima estera. L’unico valido criterio di valutazione è il prezzo: il latte 100% italiano costa decisamente di più.

La provenienza è indicata su tutti i marchi di latte nazionale. Il paese di origine è assente sul latte importato dall’estero. Ciò fa riflettere su un importante aspetto del decreto legge che vale solamente in Italia, poiché le latterie degli altri Paesi europei si avvalgono delle norme contenute nel Codice doganale comunitario, non molto trasparenti.

I consumatori che vogliono un latte bianco fresco 100% italiano devono optare per le aziende lattiere che si riforniscono solamente nelle stalle italiane, e lo fanno sapere a caratteri cubitali sulle confezioni, con scritte leggibili a distanza e utilizzando simboli con bandierine tricolore.

Quando non si leggono queste diciture in un brik di latte, ciò significa che è stato sicuramente importato e/o miscelato. In questi ultimi casi, la provenienza è sempre specificata come “Paesi Ue” ed è scritta in basso con caratteri vergognosamente minuscoli, come se il produttore volesse nasconderne l’origine.

Chiaramente, il brand italiano non sempre è sinonimo di made in Italy 100%. Giusto per portare un esempio, la Parmalat, leggendaria azienda acquistata dal gruppo francese Lactalis, dichiara nelle confezioni, alla voce “Paese di mungitura”: latte di Paesi Ue.

A partire da quest’anno, le marche di distributori di latte che utilizzano materia prima esclusivamente italiana sono Granarolo, Esselunga, Coop e Carrefour, che hanno fatto sapere che il prodotto è al 100% italiano (anche se la Coop – fino a qualche mese fa –  miscelava senza esitazione il latte austriaco con quello nostrano).

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