I gestori delle discoteche sono sul piede di guerra, secondo loro il Governo non ascolta le loro ragioni e minacciano di riaprire anche senza autorizzazione, chiedendo comunque di mostrare il green pass agli avventori; denunciano di essere rimasti chiusi per due anni a causa della pandemia mentre per cinema e teatri si apre uno spiraglio per una riapertura con capienza tra 80% al chiuso e 100% all’aperto.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, su indicazione del ministro della Lega Giancarlo Giorgetti, si è espresso in merito rimandando il tutto a dicembre, ma ormai il tempo è terminato, l’organizzazione leader del settore dell’intrattenimento serale e notturno tuona che il vaso è colmo, e si tratta di un vero e proprio atto persecutorio nei confronti delle organizzazioni a scopo di intrattenimento.
Intanto il cinema si trova in forte crisi, poche presenze e un cinema storico di Roma, il Roxy, ha chiuso i battenti, segno che un segnale forte di ripresa nel settore dell’entertainment non ci sia stato; vanno previste tutele per i lavoratori di questi settori, che scenderanno in piazza sempre più numerosi.
I gestori, dal canto loro, si sentono l’ultima ruota del carro, vengono considerati poco di rilevanza politica, non vengono nemmeno menzionati nel settore culturale: “siamo stati sempre visti come quelli del mondo notturno dai comportamenti poco trasparenti. Quello che non è tollerabile è che questa estate abbiamo assistito a feste illegali, rave party, discoteche chiuse per assembramenti, noi chiediamo solo di riaprire in sicurezza, ma la nostra voce è inascoltata”.
Ogni giorno si sente di locali che a tarda notte diventano piste da ballo, multati perchè sprovviste delle regolamentazioni, ma dopo cinque giorni riaprono, abbiamo assistito a cortei strapieni, agli europei con assembramenti, se neanche il green pass è valso a nulla, quale soluzione definitiva bisogna adottare per poter riaprire, queste risposte attendono i gestori.