Il generale di Corpo d’Armata Vincenzo Santo, due anni fa numero due della Nato in Afghanistan, capo di Stato Maggiore della missione Isaf – International Security Assistance Force – collaboratore illustre di Report Difesa, non la pensa come il premier Gentiloni, il ministro dell’Interno Minniti, la presidente della Camera Boldrini, il presidente del Senato Grasso, convinti che l’immigrazione sia un fenomeno epocale, incontrollabile, ineludibile.
Il generale rivela che, se arrivasse l’ordine, i nostri militari potrebbero bloccare i flussi migratori in pochi giorni, senza arrivare ad alcuna guerra e senza violare le regole internazionali: “Abbiamo gli strumenti per controllare le coste libiche senza metterci piede. Le rotte migratorie che ci riguardano convergono su Tripoli, da una parte attraverso il Fezzan, dall’altra attraversando prima l’area sud orientale libica per poi percorrere la costa di Aidabiya. La zona da controllare è molto più ristretta di quanto non si pensi.”
Santo dice che per prima cosa andrebbero bloccate le navi Ong, per impedire il loro ingresso in acque libiche, colpendo immediatamente gli schiavisti. Gli organismi internazionali non dovrebbero certamente avvallare l’azione, non vi sarebbe alcuna violazione della sovranità nazionale di alcuno perchè, del resto, la nostra è infranta ogniqualvolta una nave non italiana porta in Italia i clandestini.
Santo pensa che non sia possibile allestire campi di accoglienza in Libia, sentenzia che stiamo spendendo soldi per un governo incapace di controllare il proprio territorio: le numerose tribù che si dividono il potere sono doppiogiochiste, andrebbero organizzati campi in Tunisia, Egitto, e in Algeria.
Riguardo al fatto che in Italia solo il 20% delle richieste di asilo o protezione umanitaria viene accolto, dice che gli irregolari dovrebbero essere espulsi e che, se i paesi di origine non intendono riprenderli, probabilmente la colpa sia imputabile al governo che non intende porre fine ai flussi di migranti economici. “Occorre affidare alle forze dell’ordine il compito di rintracciarli e metterli a disposizione delle varie autorità consolari per l’identificazione certa dei clandestini, anche se sono stati ben istruiti a far sparire i documenti, con la scusa che sono stati rubati o trattenuti dagli scafisti.”. Il generale dice che se si vuol risalire alla nazionalità dell’immigrato, è possibile farlo ugualmente, sempre che lo si voglia effettivamente.
Confessa che, nell’esercito, l’accoglienza indiscriminata e irregolare alimenta la stessa rabbia che la maggior parte dei cittadini prova: la fiducia nelle istituzioni sta decadendo, la frustrazione di chi deve garantire la sicurezza dei cittadini si sta acutizzando.