Il diavolo esiste, gli esorcismi intorno a noi

La Chiesa riconosce, regola e promuove l'esorcismo, una pratica che sembrare rievocare i tempi medievali

Il diavolo esiste, gli esorcismi intorno a noi

La Chiesa Cattolica Apostolica Romana riconosce, regola e promuove l’esorcismo, una pratica riscontrabile nelle pagine del Nuovo Testamento, e comune alla religione protestante, ortodossa, ebraica, induista e sciamanica, che in certi contesti continua a sostituirsi all’aiuto psichiatrico. Tra le opere sacre che rievocano l’antico rito emerge l’affresco “La Cacciata dei diavoli da Arezzo” della Basilica Superiore di Assisi realizzato da Giotto, dove il beato Francesco esorta un confratello  a scacciare i demoni esultanti sulla città “in nome di Dio”.

Lo stesso Papa Francesco Bergoglio durante una passata omelia ha sottolineato “Ci hanno voluto far credere che il diavolo fosse un mito, una figura, un’idea, l’idea del male, invece esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui“. Alla base dell’esorcismo vige la demonologia, ovvero le credenze intorno agli spiriti e il concetto di possessione, secondo cui delle entità soprannaturali, angeliche o infernali, possano invadere un corpo o un luogo fisico.

Lo studioso Francis Young sostiene che nei secoli l’esorcismo è stato utilizzato anche in funzione politica, apologetica e propagandistica, ovvero come esercizio di potere nei confronti delle donne e di quei soggetti che non si conformavano a certi canoni come l’eretico, la strega, l’isterica, lo stregone, il razionalista o il massone, registrando posizioni diverse e contrastanti all’interno della storia ecclesiastica e del mondo cattolico, diviso tra affermazione e negazione dell’esistenza del demonio. Nei testi dei Vangeli canonici viene descritta l’opera misericordiosa di Gesù come una lotta continua contro Satana, e la liberazione dal Maligno già insita nel rito del Battesimo praticato dal clero, e nella preghiera del Padre Nostro, poteva essere attuata anche in riti extrabattesimali effettuati da semplici credenti , e successivamente legata alla facoltà di un santo durante un’evento eccezionale o miracoloso.

Secondo padre Luis Ramirez, coordinatore dell’Istituto Sacerdos, esistono alcune creature spirituali conosciute come angeli che non hanno voluto obbedire a Dio, evolutesi in demoni o angeli caduti, creati sempre da Dio ma guidati da Satana. Questi stessi demoni possono entrare nei corpi degli esseri umani predisposti, in quanto hanno cercato un rapporto con questi spiriti attraverso la magia, il satanismo o più raramente la possessione può rientrare in un piano divino. Secondo il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), l’esorcista più famoso padre Gabrile Amorth, aveva dichiarato di collaborare con medici di orientamento cattolico, effettuando una diagnosi di possessione dopo aver riscontrato alcuni segni di nessuna pertinenza psichiatrica, e quindi ritenuti inspiegabili e sovrannaturali come parlare correntemente lingue sconosciute, come l’aramaico e il sanscrito, rivelare cose occulte, manifestare forze superiori all’età e alla condizione fisica, sputare con disprezzo, commettere atti spudorati, divincolarsi come serpenti, e una forte avversione alla Parola di Dio, alla Santissima Persona di Gesù, alla Beata Vergine Maria, ai Santi, alla Chiesa, ai sacramenti, all’acqua benedetta, al crocifisso, e alle immagini sacre.

Il codice di diritto canonico afferma che la particolare licenza di esorcizzare viene concessa solo al sacerdote che sia ornato di pietà, di scienza, di prudenza e d’integrità di vita, mentre i laici possono effettuare preghiere di liberazione, che non sono scongiuri diretti a Satana bensì preghiere rivolte a Dio. Durante il rituale, accanto al prete esorcista possono esserci ausiliari per controllare che la persona esorcizzata non commetta atti violenti contro se stessa o gli altri, in quanto entrando in trance potrebbe spingere il sacerdote o sbattere il proprio corpo contro il pavimento. Oppure possono essere presenti medici e avvocati che aiutano i sacerdoti a svolgere correttamente e legalmente il loro ministero, ma che in ogni caso non dovrebbe essere eseguito in pubblico in modo che il rituale non diventi uno spettacolo morboso.

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