Il coronavirus, un’opportunità per clan mafiosi e organizzazioni criminali

Nel bel mezzo della crisi provocata dal Covid-19, le mafie utilizzano la loro ingente liquidità per espandersi, investire e consolidare il loro potere: lo spiega Roberto Saviano, autore di Gomorra.

Il coronavirus, un’opportunità per clan mafiosi e organizzazioni criminali

Mentre la diminuzione del numero delle vittime e delle persone ricoverate nei reparti di terapia intensiva fa sperare che l’Italia abbia superato il suo momento peggiore, gli effetti economici della quarantena finiscono per alimentare il malcontento sociale.

In Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, ha iniziato ad emergere un fenomeno preoccupante: membri delle mafie distribuiscono gratuitamente generi alimentari ai più poveri, nel tentativo di guadagnare sostegno popolare. Il governo Conte ha annunciato aiuti per le famiglie in difficoltà, ma la macchina burocratica è lenta e permette così al crimine organizzato di infiltrarsi nel tessuto sociale.

I clan mafiosi trarranno vantaggio dalla pandemia e utilizzeranno lo stato di indigenza dei più poveri per comprare la loro fedeltà regalando cibo e concedendo prestiti gratuiti, avverte Roberto Saviano, autore di Gomorra. Minacciato dalla mafia, il giornalista e scrittore, che da 14 anni vive sotto scorta, pensa che le organizzazioni criminali approfitteranno del collasso dell’economia italiana per acquistare imprese in difficoltà: “La mafia sta solo aspettando questo, una crisi” per controllare le aziende in difficoltà, ha affermato in una videoconferenza.

Le mafie hanno dalla loro una grande liquidità, e le attività che sono ferme, che annaspano a causa della crisi provocata dal coronavirus, rischiano di essere esposte al capitale criminale. “Certo non andranno a bussare alla loro porta presentandosi come “crimine organizzato”, ma offriranno soldi in cambio di quote societarie, di un posto nei consigli di amministrazione: è così che le mafie entrano nel tessuto legale“.

Anche i prestiti abbondano: gli imprenditori con l’acqua alla gola hanno bisogno di denaro contante e gli usurai, per ordine dei clan mafiosi, glielo prestano a un tasso d’interesse bassissimo, il 2%, anche lo 0%, racconta Saviano. Quando la crisi sarà finita, passeranno il conto e potranno chiedere qualsiasi cosa: il voto alle elezioni per i candidati legati alla mafia o di fare da prestanome in alcuni contratti. Il consenso che le organizzazioni criminali stanno ottenendo in queste settimane è esponenziale. Un’assistenza criminale ben “più solida di quella statale, ma la si paga con il sangue”.

Dello stesso avviso Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, uno dei primi a mettere in guardia dalle rivolte sociali scoppiate nelle strade della sua città: “I mafiosi stanno alimentando disordini sociali per trasformare i nuovi poveri in corrieri della droga, in schiavi. Solo i soldi pubblici sono l’alternativa ai soldi della mafia. E questo vale in tutta Italia, anche al nord“.

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