Il caso di Paolo a Santi Cosma e Damiano: bullismo e responsabilità a scuola

La scomparsa del 14enne Paolo apre un confronto tra famiglia e scuola, mentre i carabinieri indagano sugli episodi di disagio vissuti dal ragazzo e sul ruolo del contesto educativo

Il caso di Paolo a Santi Cosma e Damiano: bullismo e responsabilità a scuola

La vicenda di Paolo Mendico, 14 anni, ha scosso la comunità di Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, e solleva questioni importanti sulla sicurezza emotiva degli studenti nelle scuole. Paolo si è tolto la vita il giorno prima del rientro in classe, dopo aver subito presunti episodi di bullismo.

L’evento ha generato un acceso confronto tra i genitori e l’istituto frequentato dal ragazzo, l’ITIS Antonio Pacinotti di Fondi. La famiglia sostiene che la scuola non abbia adottato misure adeguate nonostante le segnalazioni ricevute. Giuseppe Mendico, padre di Paolo, racconta al Corriere della Sera che il figlio, fino a poco tempo prima tra i più bravi, con voti tra 7 e 8, aveva manifestato un forte disagio verso l’ambiente scolastico.

Nonostante le segnalazioni dei genitori e il fatto che alcuni insegnanti e la vicepreside fossero a conoscenza di episodi di bullismo, secondo il padre «non hanno fatto nulla». La famiglia ricorda anche episodi risalenti alle elementari, con segnalazioni ai carabinieri e note documentate riguardanti comportamenti problematici dei compagni e atteggiamenti inadeguati di alcuni docenti.

Dall’altro lato, la dirigente scolastica dell’istituto Antonio Pacinotti, la professoressa Gina Antonetti, nega che la scuola fosse a conoscenza di denunce ufficiali. La preside evidenzia che negli anni sono stati attivati diversi strumenti per prevenire e affrontare il bullismo, come la presenza di uno psicologo in classe, tavoli di confronto e sportelli dedicati agli studenti e alle famiglie.

«Non vedevamo Paolo da un mese e mezzo, quindi collegare quanto accaduto alla nostra scuola mi sembra azzardato», afferma Antonetti, sottolineando che eventuali episodi precedenti sarebbero stati riferiti ad altre istituzioni scolastiche frequentate dal ragazzo.

La versione dei genitori e del fratello di Paolo, però, mette in luce un quadro differente. Secondo la famiglia, ci sarebbero numerose prove, tra chat scolastiche e note firmate dagli insegnanti, che attestano i disagi vissuti da Paolo, anche nella sede distaccata della scuola. Gli stessi familiari sono stati convocati dai carabinieri per fornire ulteriori dettagli utili a chiarire le circostanze che hanno portato al suo allontanamento dalla vita. L’obiettivo delle indagini è comprendere meglio la dinamica dei fatti e valutare eventuali responsabilità, tenendo conto sia del ruolo della scuola sia del supporto ricevuto da Paolo nel tempo. 

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