Il boss Giovanni Brusca dopo 25 anni è libero: la rabbia di Santino Di Matteo

Santino di Matteo, padre del piccolo Giuseppe, 13 anni, sequestrato e sciolto nell'acido dal Brusca, non riesce a trattenere la rabbia e l'indignazione per la sua liberazione.

Il boss Giovanni Brusca dopo 25 anni è libero: la rabbia di Santino Di Matteo

Ieri, il boss Giovanni Brusca è stato scarcerato per fine pena, dopo 25 anni trascorsi nel carcere di Rebibbia, ma l’ex mafioso e attuale collaboratore di giustizia Santino Di Matteo proprio non riesce a trattenere la rabbia per la liberazione del Brusca.

Si, perchè il figlio di Santino, Giuseppe Di Matteo, di 13 anni, è stato sequestrato e poi sciolto nell’acido da Giovanni Brusca per convincere il padre a non parlare. Santino Di Matteo dice: “U verru, cioè il maiale, come chiamavano il Brusca, conosceva Giuseppe, mio figlio, da bambino. Ci giocava insieme con la playstation. Eppure l’ha fatto sciogliere nel’acido. E questo orrore si paga in 20 anni?”.

L’arresto di Brusca

Brusca venne arrestato in una villa in provincia di Agrigento,assieme al fratello Enzo il 20 maggio 1996, mentre era comodamente seduto attorno ad tavolo con la famiglia, gli “uomini d’onore”, le mogli e i figli. Parliamo di uno dei più pericolosi boss di Cosa Nostra, immortalato dagli scatti dell’epoca con lo sguardo basso, le manette ai polsi dietro la schiena, circondato dai volti incappucciati degli uomini della squadra mobile di Palermo.

Il sequestro del piccolo Giuseppe

Giovanni Brusca, il fratello Enzo e Totò Riina, che volevano far tacere Santino Di Matteo, decisero di sequestrargli il figlio, tenendolo prigioniero per 2 anni, con una catena al collo, prima di ucciderlo e scioglierlo nell’acido. Dopo 30 anni, Santino va ancora a testimoniare ai processi dicendo quel che sa ma ora si chiede a cosa serva tutto questo se poi lo Stato si lascia fregare da un’imbroglione, un depistatore come Brusca.

Un anno fa era stato liberato un carceriere del figlio a Ganci e tutti gli aguzzini del figlio sono liberi. Parole dure, quelle di Santino, che dichiara: “Lo Stato si fa prendere per i fondelli. Riina è morto in carcere. E così doveva andare per Brusca“. La rabbia, ovviamente, fa da padrone e Santino ora rischia, dice, di vedersi passeggiare l’assassino del figlio liberamente o sorseggiare un caffè mentre lui non ha neanche una tomba su cui poter andare a pregare Giuseppe. Non dimentichiamo che oltre a Giuseppe, Brusca ha ucciso Antonella, una ragazza incinta di 23 anni, dopo aver torturato il fidanzato, strangolandola senza motivo senza che sapesse niente di “affari e cosacce“. 

Brusca, nella strage di Capaci, uccise il giudice Falcone, la moglie Francesca Morvilllo, gli uomini di scorta Vito Schitani, Rocco Dicillo e Antonino Montinaro. “Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge. Una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata”, queste le parole di Maria Falcone che non ha ceduto all’emotività nel commentare la scarcerazione per fine pena di Giovanni Brusca, il boss di Cosa Nostra che premette il telecomando nella strage di Capaci.

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