Il blocco delle stazioni ferroviarie è stato un flop

La montagna ha partorito un topolino. C'era chi si aspettava scontri in piazza tra manifestanti e polizia, chi temeva addirittura che potesse scapparci il morto. Invece, smentendo le previsioni più fosche, è stato un tranquillo mercoledì.

Il blocco delle stazioni ferroviarie è stato un flop

La montagna ha partorito un topolino. La manifestazione dei no green pass davanti alle stazioni ferroviarie con la temuta occupazione dei treni e conseguente paralisi ferroviaria dell’intero paese e questo proprio il giorno di entrata in vigore del green pass obbligatorio sui trasporti a lunga percorrenza, è stato un flop.

È una notizia rassicurante perché le premesse e i proclami della vigilia facevano temere il peggio. Le intimidazioni e le aggressioni degli ultimi giorni ai danni di giornalisti, medici e politici sembravano preludere a un mercoledì di fuoco e invece così non è stato.

Pochi e sparuti contestatori (due di numero alla stazione di Napoli una decina a quella di Genova, qualche gruppetto nelle altre maggiori città), ovunque di gran lunga inferiori come numero ai poliziotti schierati in forze e decisi a stroncare sul nascere qualsiasi tentativo di violare la legalità, così come preannunciato dal Viminale che aveva promesso tolleranza zero.

I tanto temuti disordini non ci sono stati, al massimo qualcuno ha improvvisato comizi contro la “dittatura sanitaria” ai passeggeri in transito, peraltro ottenendo un ascolto piuttosto scarso da parte delle persone in partenza che esibivano ai controlli il regolare certificato verde.

Grande la delusione che serpeggia nei commenti sui gruppi social dedicati. Su “Bastadittatura“, il gruppo Telegram che in questi giorni aveva chiamato alla mobilitazione, la delusione è palpabile. Qualcuno si lamenta che, alla prova dei fatti, il popolo dei no green pass si tiri indietro, qualcun altro sfoga la propria rabbia con i soliti insulti, altri ancora la prendono con più filosofia, irridendo a governo e forze dell’ordine che sarebbero cascati nella trappola di uno scherzo ben organizzato.Che non è altro che la riproposizione della vecchia storiella della volpe e l’uva.

Pur tirando un sospiro di sollievo, nessuno si illude però che la cosa sia finita qui. Intanto è in preparazione la manifestazione nazionale di Roma del prossimo 15 settembre e due settimane sono un tempo più che sufficiente per riorganizzare le truppe.

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