I medici credevano che fosse anoressico. Così muore un giovane di appena 22 anni.
È questa l’idea che si è fatto il consulente tecnico Raffaele Barisani, che sta indagando sulla morte di un giovane cuoco di 22 anni, Luca Muzzatti, deceduto dopo quattro mesi di atroci sofferenze ed un continuo peregrinare tra diversi ospedali della zona di Udine.
Secondo i medici il giovane soffriva di anoressia e non lo hanno mai sottoposto ad alcun esame più approfondito. Il giovane, dopo quattro mesi di sintomi molto dolorosi e di problemi a livello gastrico ed intestinale, è deceduto sotto lo sguardo incredulo dei familiari, che hanno quindi sporto denuncia.
Il referto dell’anatomo patologo Stefano Pizzolitto, nominato dalla Procura per occuparsi dell’autopsia del giovane, ha invece stabilito che a causare il decesso del giovane 22enne non è stata l’anoressia ma un massiccio infarto intestinale, dovuto all’occlusione di una vena. Occlusione che nel corso delle settimane si è trasformata in una vera e propria necrosi, che ha causato la morte di questo ragazzo tra atroci sofferenze.
In tutti questi mesi di consulti e di visite i medici non avevano mai sottoposto Luca ad alcun esame. Sarebbe bastata, invece, una tac per evidenziare il vero problema del ragazzo e poter quindi iniziare una terapia mirata che avrebbe potuto salvargli la vita.
Ancora una volta, quindi, una diagnosi sbagliata che ha portato alla morte di un ragazzo di appena 22 anni. Adesso la Procura sta continuando ad indagare sul caso per stabilire le varie responsabilità dei medici presso i quali Luca si era recato in cerca di aiuto. Un aiuto, però, che purtroppo non è arrivato.
La sua vita, infatti, si è spezzata per la superficialità dei medici, che non hanno dato il giusto peso ai sintomi accusati dal giovane e non lo hanno sottoposto ad esami diagnostici più approfonditi.