I medici dell’Ausl di Piacenza hanno difficoltà a rintracciare tutte le persone positive al Covid-19 o che hanno avuto contatti stretti con gente poi risultata contagiata. La denuncia parte direttamente dal personale sanitario in servizio negli ospedali della zona.
Secondo i medici le persone hanno paura a dire con chi sono stati per via delle pesanti restrizioni a cui sono sottoposte le persone in quarantena. C’è quindi omertà. Una situazione paradossale, quindi, che sta mettendo a rischio la vita e la salute delle persone. Se qualche positivo “sfugge” al controllo con il tampone, rischia di andarsene in giro a contagiare altra gente infatti.
Il direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Piacenza, Marco Delledonne, ha portato l’esempio di quanto successo a Bobbio, piccolo comune della Val Trebbia, dove dopo le feste natalizie si sono registrati una quarantina di contagi. Ciò, secondo l’esperto, è dovuto proprio ai momenti conviviali che si sono avuti durante il periodo delle feste, nonostante la raccomandazione del Governo di non invitare nessuno a casa o comunque al massimo due persone. Nella settimana tra il 4 e il 10 gennaio sono stati rilevati 38 nuovi positivi a Bobbio, un numero impressionante se si pensa che il Paese ha 3.500 abitanti.
Marco Delledonne: “Serve collaborazione”
Il direttore del Dipartimento di Sanità dell’Ausl è molto adirato per quanto sta succedendo, e ha informato la popolazione che serve la collaborazione dei cittadini per poter far fronte all’emergenza. Durante la prima ondata la gente era più disponibile a dire con chi era stata, tendendo alcune volte ad esagerare con i numeri delle persone viste, ma adesso la situazione è cambiata. Secondo quanto riferito da Delledonne è come se la gente si coprisse a vicenda, ma facendo così mette a rischi tantissime altre persone.
“Siamo riusciti a capire che queste persone hanno partecipato ad una festa privata a Capodanno e a due feste di compleanno” – così ha detto Marco Delledonne al quotidiano Repubblica, ma nessuno vuole dire con chi ha trascorso il resto del tempo e dove si è recato. L’attività di contact tracing è messa quindi a dura prova da questo comportamento scorretto.
Secondo il professionista potrebbe volerci un cambio nella legislazione anti pandemia, e si dovrebbe prevedere una denuncia penale per epidemia colposa per chi si rifiuta di indicare le persone con cui è venuto a contatto. Delledonne ricorda a tutti che è vietato fare assembramenti e che nelle case le forze dell’ordine non possono entrare, a meno di segnalazioni da parte della popolazione. Per questo bisogna essere vigili e avere comportamenti corretti in quanto è in gioco la salute di tutti noi.