Hackerate 30 mila mail, tra cui quella del sindaco di Roma

Con un post su Twitter, Anonymous Italia allerta 30 mila avvocati: le loro mail sono state hackerate e i dati sono visibili seguendo un link. Polizia Postale e Cnaipic seguono il caso.

Hackerate 30 mila mail, tra cui quella del sindaco di Roma

La Polizia Postale, aiutata dal Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche, ha preso sul serio il post che Anonymous Italia, attraverso Twitter, ha diffuso. Secondo questo post, sarebbero stati violati 30 mila indirizzi di posta elettronica certificata.

Anonymous Italia scrive: “Con piacere diffondiamo i dati di circa 30.000 avvocati romani, compresa la sindaca @virginiaraggi!“. Segue l’augurio di una “Buona lettura” sul loro blog, dove un link “riporta ai vari dump“.

Accertamenti in corso

A partire dal post di Anonymous Italia, il Cnaipic sta eseguendo una serie di accertamenti per verificare se davvero gli account di circa 30.000 avvocati iscritti all’Ordine di Roma e quello del sindaco Virginia Raggi siano stati compromessi. Ancora non è stata aperta alcuna indagine in Procura, nonostante la rivendicazione, di ieri pomeriggio, da parte di Anonymous Italia, che ha confermato l’intrusione informatica e che tra le email hackerate ci sarebbe anche quella del primo cittadino di Roma.

La portavoce della Polizia Postale, Nunzia Ciardi, intervistata da AdnKronos, ha affermato che ancora non ci sono state denunce, e che la fase di controllo è ancora solo all’inizio. Per ora, spiega Ciardi, “stiamo facendo accertamenti per vedere cosa è stato pubblicato, che tipo di documentazione è, se è vecchia o recente”. La situazione è seguita e monitorata, ha assicurato la stessa.

La Polizia Postale, sempre secondo la portavoce, è in attesa di una qualche denuncia per riuscire a “perimetrare e parametrare la situazione, capire cosa è successo“. Già si sta mettendo in contatto con le persone che sono state coinvolte per capire, grazie al loro contributo, “cosa è stato esfiltrato“. Nei data base resi pubblici, che riguardano documenti dell’ordine degli avvocati, potrebbero risultare nomi di personaggi pubblici e noti: qualora emergessero, cosa possibilissima, bisognerà “vedere se corrispondono e valutare anche tante possibili omonimie“. Secondo Ciardi, è comunque ancora troppo presto per dire come stiano le cose e fare un bilancio della situazione.

Continua a leggere su Fidelity News