Un calcolo grande quanto una noce ed una vita che, da quando il problema è diventato opprimente, non può può dirsi “normale”: è questa la situazione di un uomo di 80 anni residente a Perugia, in quale aveva lamentato dolori sempre più forti in corrispondenza della vescica, in seguito ai quali era stato sottoposto a tutti gli esami di rito.
La diagnosi è stata subito chiara: l’ottantenne è afflitto da un calcolo che i medici stessi hanno definito “grande quanto una noce“, del diametro di circa tre centimetri, contenuto all’interno della sua vescica. E’ obbligatorio utilizzare il presente – e non il passato – dal momento che il paziente non verrà operato in un ospedale pubblico prima di 36 mesi.
Paradossalmente infatti, benché il personale medico abbia constatato ed ammesso la necessità di un intervento chirurgico, le tempistiche della Sanità pubblica non permettono che il paziente possa andare sotto i ferri prima di fine 2019.
“Se cammino a piedi, o peggio ancora se vado in macchina, il calcolo si muove e mi impedisce di poter svolgere una vita normale – ha spiegato l’anziano – perdo sangue, mi sento molto male“. In seguito all’ecografia fatta presso un centro ospedaliero distante da Perugia, città natale del protagonista dell’episodio, il medico nell’illustrare la situazione all’80enne ha affermato che: “E’ troppo grosso, bisogna rimuoverlo“.
Ma per l’appunto, subito dopo è arrivata la doccia fredda: “E’ un intervento non complicato ma ora come ora, purtroppo, non c’è posto“. A meno che le condizioni del paziente non si aggravino ulteriormente dunque, dovrà ripassare fra tre anni. Sempre se sarà ancora vivo. In realtà l’anziano ha fatto un timido tentativo di aggirare l’impedimento: “E se mi faccio ricoverare d’urgenza quando ho un attacco molto doloroso?“.
Inflessibile il medico: “Nessun problema, le faranno una flebo di antidolorifici e la rimanderanno a casa“. In altre parole, la scelta è quella tra rivolgersi ad una clinica privata – dove gli stessi medici che operano per la pubblica amministrazione saranno ben lieti di operare alle “giuste cifre” – o attendere altri tre anni in quelle condizioni; torturato da quel calcolo che ha costretto lo sventurato quasi a non camminare più.