Guardia di Finanza scopre evasione miliardaria

Una maxioperazione della Guardia di Finanza ha permesso di sequestrare beni per oltre cento milioni di euro. Sotto accusa il consorzio di cooperative Gesconet, che opera nei trasporti, vigilanza privata, facchinaggio e pulizie

Guardia di Finanza scopre evasione miliardaria

La Guardia di Finanza ha eseguito una maxi operazione in tutta Italia: decine sono state le perquisizioni e i sequestri, effettuati su svariati beni per centinaia di milioni di euro, tra cui figurano immobili, aziende e anche una gran quantità di rapporti finanziari. Le varie operazioni sono state condotte nell’ambito di un’inchiesta che ha portato alla luce un’evasione fiscale di diversi miliardi, che ha messo sotto accusa il Consorzio di cooperative Gesconet di Pierino Tulli e il suo collaboratore Maurizio Ladaga. Il Consorzio opera in diversi settori, tra cui quello del trasporto, del facchinaggio, delle pulizie e della vigilanza privata. Le accuse per gli indagati vanno dall’associazione per delinquere alla frode fiscale, ma si parla anche di bancarotta fraudolenta e riciclaggio.

La maxi-operazione è stata denominata “Miliardo”, oltre settanta finanzieri da ieri hanno svolto perquisizioni locali anche in Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto e Sardegna, che hanno portato all’individuazione di due aziende, opifici, unità residenziali, uffici, mandati fiduciari, tutti da mettere sotto sequestro. In più, sono anche stati individuati oltre cento rapporti bancari tutti collegati all’evasione. Ad essere indagati finora sono 62 persone, e a dirigere l’operazione  è il procuratore aggiunto di Roma, Nello Rossa, insieme ai sostituti procuratori Filippi e Davinola. A firmare i mandati di sequestro è stato invece il gip di Roma, Valerio Savio. 

Da oltre due anni le Fiamme Gialle conducevano le indagini, effettuate attraverso analisi di documenti, intercettazioni telefoniche, appostamenti, pedinamenti e anche alcune testimonianze. Tutto questo lavoro ha permesso di scoprire che le varie organizzazioni utilizzavano circa 250 società e cooperative per eseguire l’evasione sistematica della riscossione di debiti tributari, materia in cui erano abilmente specializzati.

L’evasione ha assunto nel corso degli anni proporzioni ingenti, fino a raggiungere una cifra pari a circa 1,7 miliardi di euro, provocando allo stato una danno enorme. Il denaro, secondo l’accusa, è stato mandato in Lussemburgo e San Marino tramite una serie di persone insospettabili muniti di valigette, e solo in seguito sono stati impiegati nel settore immobiliare. Sempre secondo l’accusa, gli indagati avrebbero utilizzato una contabilità riservata per pagare funzionari pubblici e nel contempo sottraendo il denaro alle cooperative, che avrebbero ricevuto il denaro negli anni a cavallo tra il 2010 e il 2012.

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