Green pass, studente si tatua il qr code: funziona per davvero

Uno studente di Reggio Calabria ha deciso di farsi tatuare il qr code legato alla certificazione verde anti-Covid sul braccio. Un tatuaggio originale che funziona davvero.

Green pass, studente si tatua il qr code: funziona per davvero

Tutti coloro che hanno effettuato le due dosi vaccinali anti-Covid hanno in tasca, in borsa o scaricato sul cellulare il Green pass, o meglio, il qr code collegato alla certificazione verde anti-Covid. 

Per non rischiare di dimenticarlo a casa, Andrea Colonnetta, uno studente 22enne di Scienze Economiche, di Reggio Calabria, ha optato per un originale tatuaggio che, se inquadrato con uno scanner, rimanda davvero alla carta verde.

Il tatuaggio funziona davvero

Andrea, che ha postato la foto del suo qr code tatuato sul braccio, ha così commentato: “Così ce l’ho sempre con me“. Ovviamente la notizia non è passata inosservata, tra favorevoli e contrari. C’è chi ha trovato l’idea davvero geniale, chi si è rivelato perplesso dato che la certificazione resta valida per 9 mesi, mentre un tatuaggio è per sempre.

Il tatuatore, Gabriele Pellerone, ha immortalato le fasi di realizzazione sul suo profilo Facebook fino alla prova del 9: il qr code, una volta inquadrato con uno smarphone, riportava effettivamente all’indirizzo web collegato.  Il tatuatore ha spiegato che un tatuaggio può essere fatto per diversi motivi, anche per ricordare un periodo storico come questo e tutto ciò che ha generato o lasciato durante il suo percorso.

Concludendo, ha precisato che non esiste un modo oggettivo di vedere le cose e, sia nel bene che nel male, ogni persona ha una storia da raccontare ed un proprio modo di vedere o interpretare ogni cosa, oltre ogni forma di pregiudizio. Il ragazzo ha spiegato così la scelta: “È stato come dipingere un momento particolare della mia vita. Ho voluto rappresentare le difficoltà del momento attraverso un tatuaggio che resterà indelebile e rappresenterà un periodo storico della mia esistenza”. Andrea e Gabriele l’hanno testato andando al McDonald’s, anche se hanno dovuto insistere un poco per convincere la persona all’ingresso del locale a scansionare il qr sul braccio. 

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