Green Pass: parte venerdì l’obbligo per tutti i lavoratori pubblici e privati

Pur con dubbi applicativi e pratici che forse verranno sciolti in questi ultimi giorni, entra in vigore venerdì la norma che prevede l'obbligo del green pass per tutti i lavoratori pubblici e privati.

Green Pass: parte venerdì l’obbligo per tutti i lavoratori pubblici e privati

L’allarme è stato lanciato dalla Fondazione Gimbe, l’organizzazione indipendente fondata nel 1996 che ha lo scopo di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche: la scadenza del 15 ottobre a partire dalla quale scatterà l’obbligo del green pass per tutti i lavoratori pubblici e privati creerà non pochi problemi.

A fronte di quasi otto milioni e mezzo di italiani over 12 che non hanno ancora ricevuto nessuna dose di vaccino, calcolando quelli in età lavorativa e tenendo conto della percentuale di occupazione, oltre 4 milioni di lavoratori dovranno, nell’arco di tempo di pochissimi giorni, decidere di vaccinarsi o mettere in conto di doversi sottoporre a un tampone almeno due volte la settimana.

Entrambe le possibilità risultano però difficilmente praticabili. Vediamo il perché. Anche ammettendo (cosa abbastanza improbabile) che una parte consistente dei 4 milioni di non vaccinati si decida a farlo adesso, gli hub vaccinali, in così pochi giorni, riuscirebbero a smaltirne solo una minima parte.

Similmente per i lavoratori che decidessero di optare per sottoporsi ogni due o tre giorni al tampone poiché sarebbe praticamente impossibile riuscire a processare milioni di tamponi ogni settimana, i laboratori non hanno questa capacità. A ciò si aggiunge la presa di posizione dei medici di medicina generale il cui segretario generale, Silvestro Scotti, ha affermato che i medici di famiglia si rifiutano di fare i tamponi green pass. “È giusto fare il tampone al paziente che ha sintomi per capire se ha il Covid o l’influenza o a quello che è stato a contatto con un positivo. Non fare il tampone a una persona che non si vaccina per motivi che alla base non hanno nulla di scientifico”.

L’unica certezza sembra quella che il prossimo 15 ottobre sarà un venerdì nero e c’è rischio che si scateni il caos. Entro il 15 ottobre aziende pubbliche e private dovranno predisporre modalità operative per i controlli. Sanzioni da 400 a 1000 euro per chi non lo fa. Il controllo è affidato al datore di lavoro (o a un suo delegato designato formalmente) ma non è previsto un meccanismo di controllo “ordinario” del possesso del green pass in capo al datore di lavoro; il decreto prevede solo possibili linee guida della presidenza del consiglio per disciplinare i controlli.

Per quanto riguarda il lavoratore, chi non ha il green pass non può lavorare ed è considerato assente ingiustificato dal primo giorno, perde lo stipendio e non matura anzianità, ma non rischia né sospensione né licenziamento né altre conseguenze disciplinari. Il lavoratore che accede al luogo di lavoro senza green pass è sanzionato da 600 a 1500 euro.

E’ facile immaginare come l’assenza di quei lavoratori che non sono “fungibili”, o non lo sono immediatamente, avrà inevitabilmente ripercussioni negative e ritardi su alcune produzioni e sull’erogazione di alcuni servizi.

Il Governo ha comunicato che valuterà l’andamento dell’epidemia per decidere se limitarsi all’obbligo del green pass, se ridurlo o, nel caso la situazione epidemiologica peggiori, se estenderlo all’obbligo vaccinale. Negli Usa ad esempio, il vaccino è obbligatorio in tutte le aziende con oltre 100 dipendenti.

Qualcuno ha gridato all’ipocrisia del governo che, temendo di provocare reazioni incontrollabili con l’introduzione della vaccinazione obbligatoria, ha aggirato l’ostacolo con l’obbligo del green pass. In verità occorre osservare che anche per le altre vaccinazioni gli esecutivi che si sono succeduti nel tempo non hanno mai stabilito l’obbligo giuridico di sottoporvisi, ma hanno scelto la strada di subordinare alla vaccinazione l’accesso a determinati servizi pubblici.

Va rilevato tuttavia che nell’odierna fattispecie, siamo in presenza di una pandemia che ha già causato, solo da noi, 130.000 morti e la posta in gioco dal punto di vista della salute pubblica è troppo alta per commettere errori di sottovalutazione. L’obbligo per tutti di vaccinarsi è alle porte?

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