Quale donna si nasconde dietro la fotoreporter siciliana conosciuta in tutto il mondo come la fotografa di mafia minacciata da Cosa Nostra? Una ragazza troppo presto diventata donna con il suo unico matrimonio contratto a soli 16 anni con Franco Stagnitta, da cui avrà tre figlie: Cinzia, Shobha e Patrizia Stagnitta, e dal quale divorzierà sfidando se stessa e la morale dell’epoca.
La mancanza di libertà a causa della severità dei genitori, dopo che un uomo le si era parato davanti masturbandosi, la spinse a cercare nel matrimonio una dimensione dove poter vivere la sua autonomia e poter realizzare quella favola romantica inculcatale da bambina, ma la possessività e la gelosia del marito la reclusero in un’altra gabbia, infrangendo anche i suoi sogni d’amore.
Le tensioni all’interno della coppia esplosero dopo la scoperta del marito di un giovane amante della moglie, tanto da provocare in Letizia un crollo nervoso sfociato nel ricovero della donna in un ospedale psichiatrico. Il percorso terapeutico e l’incontro determinante con il fotografo Santi Caleca, quando aveva 38 anni, l’aiutò a ritrovare la fiducia in se stessa e a recuperare le forze per lasciare il tetto coniugale, incurante dello scandalo.
Risale invece al 1974 l’incontro con il fotografo Franco Zecchin, avvenuto durante lo stage del regista polacco Grotowski alla Biennale di Venezia, il quale da Milano si trasferì a Palermo dove Letizia già collaborava con “L’Ora”, condividendo professione e vita per ben 18 anni, sino a fondare nel 1980 un’agenzia di “Informazione Fotografica” dove si formarono illustri nomi dell’arte fotografica contemporanea.
In una delle ultime interviste, parlando dei suoi fidanzati molto più giovani di lei, aveva commentato: “Non li ho scelti, li ho incontrati, mi amavano tanto, io ho cercato l’amore”. E dall’alto dei suoi 80 anni aveva dichiarato: “Ora innamorata no, ma voglio bene ad una persona che ha 48 anni che è omosessuale pure. È tutto un ti voglio bene e mi manchi, ma poi va a fare l’amore con altri”.