Giuseppe Ippolito: "Il Covid resterà tra noi almeno fino al 2022"

Il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma ha fatto la triste profezia durante il webinair sull’emergenza Covid. Anche in futuro bisognerà evitare assembramenti. E non sono escluse nuove pandemie.

Giuseppe Ippolito: "Il Covid resterà tra noi almeno fino al 2022"

Se pensate che il Covid sparirà da un giorno all’altro, cominciate a rassegnarvi. Questo virus non ci abbandonerà almeno fino a inizio 2022. A dirlo è Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, che si è detto certo che “il virus continuerà a tenerci compagnia almeno fino al primo trimestre del 2022, quando finiranno tutte le vaccinazioni”.

L’anno che sta per chiudersi è stato un anno tremendo: il Coronavirus ha seminato morte e dolore, oltre ad avere penalizzato pesantemente le economie nazionali, con raffiche di aziende fallite e di lavoratori in cassa integrazione. Un anno da dimenticare, ma che non sarà l’unico, dato che la pandemia, stando a Ippolito, resterà con noi per tutto il 2021 e parte del 2022. 

Ippolito ha ricordato che la percentuale di morti causati da questo virus è tre volte superiore a quelli dovuti all’influenza, e che i ricoveri in ospedale sono stati il doppio rispetto agli anni precedenti, poiché molti ammalati di Covid non hanno potuto curarsi a casa. Certo, il vaccino ha dimostrato di essere efficace e sicuro, ma pensare di tornare a una vita pre-pandemia non sarà possibile. Gli assembramenti di una volta, stando a Ippolito, resteranno un miraggio. Bisognerà continuare a limitare affollamenti e vite sociali di massa.

Per quanto riguarda la variante del Covid, Ippolito ha precisato che circola da tempo e che si tratterebbe di una parente della variante conosciuta in Spagna l’estate scorsa e che si è diffusa in Europa attraverso i rientri in patria dei vacanzieri. Il direttore ha anche precisato che il Covid potrebbe mutare, anche se non è detto che potrà essere più pericoloso di prima.

L’importare, secondo il direttore dello Spallazzani, è che tutti i ricercatori, trasformati in questi mesi in analizzatori di tamponi, tornino presto a fare ricerca. Anche perché, avverte l’Oms, in futuro potrebbero arrivare nuove pandemie, in parte generate da animali ammalati ed ecosistemi rovinati, che potrebbero rivelarsi anche peggiori del Coronavirus. 

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