Sono arrivate rivelazioni shock in merito al rapimento ed omicidio di Giulio Regeni, il reporter italiano barbaramente torturato a morte in Egitto, diventato oramai un caso diplomatico scottante nonostante il Governo abbia più volte tentato di stemperare gli animi. Sin dal ritrovamento del cadavere, avvenuto lo scorso 2 febbraio, si era capito che Giulio stesse conducendo ricerche scomode al regime egiziano.
Non a caso, molti tra i suoi confidenti più stretti hanno sempre affermato che negli ultimi giorni della sua vita, Giulio Regeni si sentisse braccato, e fosse convinto di avere i servizi segreti egiziani alle costole. Ora quell’ipotesi è diventata realtà, stando a quanto pubblicato da Al-Akhbar el-Yom, uno dei maggiori quotidiani egiziani.
Fonti della sicurezza egiziana avrebbero infatti confermato che all’interno del dossier che i servizi segreti egiziani consegneranno martedì al procuratore Giuseppe Pignatone a Roma, vi sarebbero le indagini condotte proprio dai servizi egiziani su Giulio Regeni, seguito molto da vicino dall’occhio vigile del regime sin dal suo arrivo in Egitto.
Tra questi dati vi sarebbero foto e informazioni di importanza vitale, sempre stando a quanto riporta Al-Akhbar, compresi gli spostamenti di Regeni e tutta la sua rete di conoscenze, informatori e collaboratori, nonché informazioni sui sindacati con i quali stava cooperando.
“Il dossier Regeni include numerosi documenti e importanti informazioni documentate da fotografie ottenute dagli apparati di sicurezza egiziani” si può leggere su Akhbar el-Yom, che rende parallelamente noto come i servizi segreti egiziani – alla voce “ipotesi” del dossier – continueranno a sostenere la teoria secondo la quale Giulio Regeni sia stato sequestrato ed ucciso da un gruppo di malviventi.