Giulio Regeni, i genitori temono per la loro incolumità: come stanno le cose

Claudio e Paola Regeni hanno fatto nuove inquietanti rivelazioni e denunciato le loro paure di questo momento. Prosegue la loro battaglia per trovare la verità sulla morte di Giulio

Giulio Regeni, i genitori temono per la loro incolumità: come stanno le cose

Si torna a parlare del caso di Giulio Regeni in seguito a delle gravi dichiarazioni fatte dai genitori del nostro connazionale, studente universitario,  che il 25 gennaio del 2016 spariva in circostanze ancora non chiare al Cairo, in Egitto. I genitori del ragazzo, Claudio e Paola, dopo anni di battaglie per la verità, oggi temono per la loro incolumità.

Come si legge sul sito dell’agenzia di stampa Agi, il papà di Giulio Regeni ha detto: “Dobbiamo sempre rimanere vigili, non possiamo distrarci” quindi ha aggiuto “anche perché ne va di mezzo la nostra incomulità personale“. Oltre ad essere stati accusati di essersi appropriati di alcuni effetti personali di Giulio, i coniugi Regeni ora temono nuovi depistaggi.

La loro battaglia per la verità sulla morte del figlio è iniziata quel maledetto 25 gennaio del 2016 e non è mai finita. Oggi mamma Paola ammette che non si sente sicura. Quando deve attraversare la strada non si limita a guardare a destra e sinistra solo una volta, ma lo fa almeno due volte. Stessa cosa quando entra a casa. 

La determinazione con cui i coniugi Regeni hanno portato avanti la battaglia per accertare la verità sulla morte di Giulio ha dato fastidio a qualcuno. Nel frattempo la prima udienza del processo è stata rinviata. La signora Paola ha riferito che per lei è stata una farsa, considerato il fatto che uno dei quattro avvocati è venuto a contatto con una persona positiva al Covid-19. 

Il legale in questione avrebbe potuto presenziare comunque all’udienza in remoto o delegare un altro collega, ma non ha voluto. Un comportamento che ora i coniugi Regeni temono possa ripetersi anche il 25 maggio, giorno della nuova udienza. Per i Regeni questa è una manovra ostruzionistica, infatti hanno ricordato come il procuratore egiziano sia emanazione diretta del presidente Al Sisi. 

Sui fatti però non sembra ci sia stata alcuna presa di posizione da parte della politica italiana, che sembra ormai aver dimenticato il caso Giulio Regeni

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