Giovani neet italiani: non studiano e non lavorano, gli under 35 a casa con i genitori

Il focus sul lavoro del Consiglio Nazionale del Giovani in collaborazione con Eures: a 5 anni dalla fine degli studi solo uno su 3 ha un'occupazione stabile.

Giovani neet italiani: non studiano e non lavorano, gli under 35 a casa con i genitori

Non studiano e non lavorano, sono i giovani denominati neet, che non si trovano in un percorso di formazione e non trovano lavoro e sono precari, costretti a vivere a casa con i genitori, è il quadro dei giovani under 35 di oggi, il 50% infatti non può raggiungere la indipendenza economica, molti dei quali privi di impiego stabile.

È quanto emerge dal Report realizzato dal Consiglio Nazionale del Giovani in collaborazione con Eures, nel quale solo il 37% può contare su un impiego dopo aver terminato gli studi universitari, i ragazzi sono condizionati anche riguardo il loro futuro, solo il 6% infatti ha figli, mentre il 33% dice di non volerne per una mancanza di stabilizzazione futura.

Bisogna agire anche sulle riforme pensionistiche future, e anche a causa della pandemia per cui il lavoro non si trova o alcuni lo hanno perso, incentrare la produttività giovanile, il 40% dei giovani rifiuta di andare a vivere da solo per la mancanza di sostegno a pagare un mutuo. Si sentono molto scoraggiati e non conoscono nemmeno le loro reali condizioni di retribuzione.

Circa la metà degli under 35 intervistati (44%) immagina che andrà in pensione dopo i 70 anni. Per la quasi totalità dei giovani intervistati (94%), infine, è lo Stato che dovrebbe impegnare le proprie risorse per assicurare una pensione adeguata alle nuove generazioni. Sta di fatto che la pandemia ha azzerato velocemente i posti di lavoro a disposizione, ed i giovani che già entravano molto tardi nel mondo del lavoro ora restano penalizzati.

C’è bisogno della spinta del Governo affichè provveda anche attraverso la riforma Fornero, che i giovani ritengono metà positivi e metà negativi, soltanto il 10,3% del campione ritiene invece che tale riforma responsabilizzera’ i giovani sulla costruzione del proprio futuro e il 15,8% che stimolera’ nelle imprese una maggiore sensibilita’ verso la situazione dei giovani.

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