Valerio Catoia, 17 anni, ha vinto l’argento ai campionati nazionali della Fisdir, e aveva provato, numerose volte, le tecniche di salvataggio in piscina: le ha messe splendidamente in pratica salvando la vita ad una bambina. Erano circa le nove, Valerio stava facendo il bagno con la sorella Gaia, 11 anni, e il padre Gianni, nelle acque di Sabaudia, quando hanno scorto due bambine al largo, visibilmente in difficoltà.
Le bambine, una di 10 e una di 14 anni, hanno incominciato a gridare, spaventate: pochi secondi, e Valerio comprende che stanno annegando, non si tratta di uno scherzo. Il padre e il ragazzo hanno raggiunto le bambine, Valerio ha preso la più piccola per le spalle, e ha iniziato a portarla in salvo: da solo, una fatica immensa, le onde erano sempre più alte, issata la bandiera rossa sulla spiaggia. “Teneva la testa della bimba fuori dall’acqua come gli avevano insegnato ai corsi”, ha raccontato il padre. Appena giunti a riva, sono arrivati i bagnini del chiosco “Il Gabbiano”, in evidente ritardo.
I bagnanti hanno preso ad applaudire, entusiasti, per un atto così coraggioso, e le persone si sono congratulate con veemenza. Tranne una: la madre delle bambine, che ha preso le figlie per mano, e si è allontanata senza un accenno.
Valerio ama moltissimo lo sport, si allena continuamente, almeno quattro volte alla settimana in piscina, due giorni al campo per l’atletica leggera. Roberto Cavana, istruttore di nuoto alla Polisportiva Hyperion di Latina e allenatore di Valerio da circa 10 anni, è orgoglioso di lui, e di tutti i traguardi che ha raggiunto.
Durante i Trisome Games di Firenze, le prime Olimpiadi per atleti con sindrome di Down, tenutesi lo scorso luglio, Valerio aveva fatto una dimostrazione pratica ai giudici internazionali. “Ma un conto è salvare un manichino, un altro una bambina in carne e ossa con le onde alte e il sole in faccia”, commenta Cavana.