Giornata dell’Alzheimer: gli studi non proseguono a causa del Covid-19

Gli studi sull'Alzheimer sono stati interrotti a seguito della pandemia: i laboratori restano interdetti ai ricercatori. La ricerca non può e non deve essere interrotta.

Giornata dell’Alzheimer: gli studi non proseguono a causa del Covid-19

Oggi è la giornata mondiale dell’Alzheimer e a dare l’allarme è la Federazione Italiana Alzheimer (“Chiediamo risposte immediate da parte dei Governi, perché gli istituti di ricerca e i ricercatori impegnati nel campo della demenza ricevano il supporto economico necessario a riprendere le attività in corso e avviarne di nuove“) che si unisce alla call to action di Alzheimer Europe e Alzheimer’s Disease International, chiedendo “un’azione urgente per affrontare l’impatto del Covid-19 sulla ricerca per la demenza“.

Annamaria Parente, presidente (in quota Italia Viva) della commissione permanente di Igiene e Sanità a Palazzo Madama, al Senato, afferma che sono stati fatti molti passi avanti nella ricerca, grazie agli studi effettuati dagli scienziati, ma che la pandemia ha impedito ai ricercatori di proseguire il loro lavoro in laboratorio.

I fondi destinati alla ricerca sulla demenza senile sono stati dirottati verso il Covid-19 ed ora sono off limits. “Questo ha portato a rallentare, se non a bloccare, molti degli studi in corso dedicati alla diagnosi e prevenzione della demenza“. A causa del coronavirus infatti la ricerca non sta proseguendo.

Sono stati fatti passi da gigante nella ricerca, nonostante esistano diverse strategie per rallentare la progressione dei sintomi e ridurre il carico assistenziale che ne consegue “e, grazie a questo sforzo, ci aspettiamo interessanti novità negli anni a venire, prosegue la senatrice.

Il Covid ha messo in stand by la ricerca sulla demenza, infatti è tutto convogliato su di esso, ma si spera che le ricerche proseguano di modo che gli scienziati possano proseguire il loro lavoro, studiando le cellule che portano alla degenerazione del tessuto connettivo dell’organismo, responsabile di un peggioramento delle problematiche iniziali, e di un declino parziale delle facoltà cognitive.

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