Manifestazioni in tutta Italia per la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, istituita nel 2007 con una risoluzione del Parlamento Europeo; il 17 maggio del 1990, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità eliminò ufficialmente l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, anche se la decisione divenne effettivamente operativa solo 4 anni dopo, quando fu pubblicata la 4° edizione del Dsm.
Organizzate dall’Arcigay, queste manifestazioni hanno toccato molte città, da nord a sud della nostra Penisola: Trieste, Galatina,Gallipoli, Arezzo, Perugia, Catania, Napoli, Grosseto, Vicenza, Taranto, Mantova, Reggio Calabria, Livorno sono le città toccate dalla manifestazione, mentre la settimana prossima ne saranno organizzate altre a Messina e a L’Aquila.
Si è voluto esprimere il Presidente della Repubblica in persona, Sergio Mattarella, esprimendo dure parole contro coloro i quali mettono in atto ogni forma di discriminazione riguardante gli orientamenti sessuali: “Le discriminazioni, le violenze morali e fisiche non sono solo una grave ferita ai singoli ma offendono la libertà di tutti, insidiano la coesione sociale, limitano la crescita civile. Dobbiamo promuovere il rispetto delle differenze laddove invece la diversità scatena reazioni intolleranti”.
Mattarella, poi, cita direttamente la Costituzione, affermando che “Il principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e affermato nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea, non è soltanto un asse portante del nostro ordinamento e della nostra civiltà. Esso costituisce un impegno incessante per le istituzioni e per ciascuno di noi“, ricordano come “il cammino contro l’inciviltà delle discriminazioni è ancora lungo”.
Secondo Mattarella, “è compito della società nel suo insieme abbattere i pregiudizi dell’intolleranza. E costruire al loro posto una cultura che assuma l’inclusione come obiettivo sociale”, rivolgendosi in particolare ai giovani, affermando che “purtroppo continuano a registrarsi atti di bullismo contro ragazze e ragazzi, che talvolta spingono alla disperazione”, e che, proprio per questo motivo, è importante parlare con loro.