Giornalista colpito da esponenti di CasaPound "non si è dichiarato": polemiche su La Russa

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha suscitato polemiche con le sue dichiarazioni. Ha condannato l'aggressione subita dal giornalista Andrea Joly da parte di CasaPound, ma ha insinuato che il cronista avrebbe dovuto dichiararsi giornalista.

Giornalista colpito da esponenti di CasaPound "non si è dichiarato": polemiche su La Russa

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è tornato a suscitare controversie politiche a causa delle sue dichiarazioni durante la Cerimonia del Ventaglio a Palazzo Madama. In particolare, le sue osservazioni sull’aggressione subita dal giornalista Andrea Joly, da parte di esponenti di CasaPound, hanno generato un acceso dibattito. Joly stava filmando un raduno dell’organizzazione neofascista quando è stato colpito.

Durante il suo discorso, La Russa ha condannato l’episodio, ma ha sollevato dubbi sul contesto in cui Joly si trovava al raduno: “Non credo che il giornalista passasse lì per caso“, ha affermato. Sebbene abbia espresso solidarietà al giornalista, ha suggerito che il cronista avrebbe dovuto dichiararsi tale. Questo commento è stato interpretato da molti come una giustificazione implicita del gesto, suscitando l’indignazione delle opposizioni. 

La reazione della politica non si è fatta attendere. Stefano Patuanelli, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, ha definito “inaccettabili” le dichiarazioni di La Russa, sottolineando che il diritto di cronaca in luogo pubblico non può essere represso con atti del genere. Angelo Bonelli, leader di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi Sinistra, ha dichiarato: “Il presidente del Senato trova il modo di fare una reprimenda nei confronti del giornalista, colpevole di non essersi dichiarato e di aver fatto un’incursione giornalistica incauta“.

Il presidente del Senato è stato criticato anche per le sue osservazioni su Paolo Berizzi, giornalista di Repubblica, e per la sua risposta alle parole della senatrice Liliana Segre. La Russa ha commentato in modo provocatorio: “Un giornalista ha detto non si gioca a calcio con i fascisti, si chiama Berizzi. Io non giocherei a calcio con Berizzi, siamo pari“. Queste parole sono state percepite come una minimizzazione del problema del fascismo in Italia. 

Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, ha ricordato a La Russa il suo ruolo istituzionale, invitandolo a rispettare la libertà di stampa e criticando la sua “allergia verso i giornalisti che non chinano la testa“. Anche il direttore de La Stampa, Andrea Malaguti, ha espresso il suo disagio nei confronti di La Russa, descrivendolo come “un maschio del Novecento” intrappolato in una mentalità retrò.

La situazione subita da Andrea Joly ha riacceso il dibattito sulla presenza di gruppi neofascisti in Italia e sulla loro tolleranza nella società odierna. CasaPound è spesso al centro delle polemiche per le sue posizioni estremiste e per le accuse di apologia del fascismo. 

Il caso ha sollevato interrogativi sulla protezione dei giornalisti e sulla libertà di stampa in Italia. La figura del giornalista come osservatore indipendente e critico è essenziale per la democrazia, e l’episodio ha messo in luce le difficoltà che i cronisti possono incontrare quando si trovano a coprire eventi organizzati da gruppi con posizioni estreme.

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