Giornalismo in lutto: morto per Covid il giornalista sportivo Michele Fusco

Il Covid ha provocato un'altra vittima, Michele Fusco, grande giornalista sportivo e cronica parlamentare. In tanti coloro che hanno voluto ricordarlo con pensieri toccanti sui social.

Giornalismo in lutto: morto per Covid il giornalista sportivo Michele Fusco

Si è spento ieri, a 66 anni, per Covid, Michele Fusco, grande giornalista sportivo, milanista appassionato, cronista parlamentare, commentatore mai banale anche nello spazio di un tweet. Grande tifoso del Milan, dopo la sua parentesi sportiva, ha iniziato a lavorare come cronista parlamentare, facendo la spola tra Milano, città in cui è nato, e Roma. 

Michele Fusco ha scritto per il quotidiano “Il Giorno”, “Metro”, Linkiesta e per “Gli Stati Generali”. Proprio sul sito di quest’ultimo giornale, unad dedica al collega scomparso: “Ci mancherà il suo pungere e accarezzare le debolezze del mondo, della politica, dei potenti e degli aspirati potenti. Chi non lo conosceva forse non riusciva a capire che quelle debolezze, come sanno fare i forti, Michele le studiava vicino a sè, dentro di sè”. 

I messaggi di cordoglio sui social da colleghi e amici

Mario Calabresi lo ha voluto ricordare scrivendo che ci sono amicizie che si riempiono di ritualità, pensando che saranno eterne. Michele ci ha lasciati questa mattina e lo ha portato via il virus che ha stravolto le nostre vite ma non riesco a pensare, conclude, che sia successo davvero.

Carlo Fusi lo ha definito un giornalista fantasioso, una persona straordinaria, ennesima vittima del Covid, dicendo di avergli voluto bene. L’intero mondo del giornalismo è in lutto: c’è chi lo definisce u fratello, chi una delle intelligenze più taglienti e brillanti che la vita gli abbia regalato.Ed ancora, in tanti, nei messaggi di cordoglio, ne esaltano ironia e stile, la persona squisita che era, la sensibilità e la sfacciataggine, l’originalità e la professionalità. 

A ricordare Michele Fusco l’Associazione Stampa Parlamentare, che lo definisce elegante e mai banale, sempre raffinatissimo. Ci è voluto il Covid per fermare quella corsa in bici in sella alla quale era facile incrociarlo in centro a Roma ma non si ferma il ricordo di chi lo ha conosciuto e di chi ha lavorato con lui. 

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