Gino Strada, aperta la camera ardente: in centinaia davanti a Casa Emergency

A poche ore dall'apertura della camera ardente, sono già tantissime le persone in fila per salutare il medico della celebre organizzazione umanitaria internazionale.

Gino Strada, aperta la camera ardente: in centinaia davanti a Casa Emergency

Aperta la camera ardente che accoglie le spoglie di Gino Strada. La salma del medico fondatore di Emergency resterà nella sede dell’organizzazione umanitaria a Milano fino al 23 agosto. Per chi volesse dare un ultimo saluto lo potrà fare oggi fino alle 22, sabato dalle 10 alle 22, mentre lunedì dalle 10 alle 14. 

L’accesso alla camera ardente sarà effettuato in modo contingentato, nel pieno rispetto delle disposizioni sanitarie in materia di Covid-19. Sono già in centinaia le persone in coda che chiedono di poter entrare e dare un ultimo saluto al medico. Nel frattempo sono tante le iniziative che si sono fatte in memoria di Strada. 

La petizione online per dedicargli piazzale Cadorna è arrivata a quota 50mila firme. Mentre nel Cremonese è stata proposto di intitolare a Strada l’ospedale di Crema. Sono già tante le persone che avrebbero il piacere della cosa, tra le tante anche l’attuale sindaco cittadino. Una proposta bella, ma anche sfidante, proprio in considerazione del concetto di sanità realizzato e portato avanti dal medico. 

La sanità pubblica è un diritto per tutti. Lui lo sapeva bene e di questo concetto ne aveva fatto un mantra. Nei suoi ospedali infatti non si è mai fatto differenza tra buoni o cattivi. Lui, insieme ad Emergency, assicurava prestazioni sanitarie a tutti. Tra i primi a rendere omaggio a Gino è stato anche Beppe Sala

Il sindaco di Milano ha tenuto a precisare che la sua presenza a Casa Emergency era in duplice veste, sia come primo cittadino ma anche come amico. Sono tanti i momenti belli vissuti insieme e questo è proprio il momento dei ricordi. Sala sottolinea come sia giusto ricordare intolando magari una strada o un luogo ai fondatori di Emergency. 

Una realtà, quella dell’organizzazione umanitaria, che ha ormai sedi in tutto il mondo. Anche in Afghanistan dove al momento sono rimasti aperti 3 ospedali e decine di loro presidi di primo soccorso. 

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