Genova, un uomo perde la vita dopo l’uso del taser: indagine della Procura

A Genova un uomo di 41 anni, Elton Bani, ha perso la vita dopo l’utilizzo del taser da parte dei carabinieri, con la Procura che ha aperto un’inchiesta per chiarire le cause del decesso e la correttezza dell’intervento.

Genova, un uomo perde la vita dopo l’uso del taser: indagine della Procura

Un nuovo episodio legato all’impiego del taser richiama l’attenzione dell’opinione pubblica. Dopo il caso di Olbia, un’altra vicenda si è verificata a Genova, dove Elton Bani, 41 anni, residente a Manesseno, ha perso la vita nel pomeriggio di domenica 17 agosto all’interno della propria abitazione in via IV Novembre. La Procura ha aperto un fascicolo per verificare eventuali responsabilità e due carabinieri coinvolti nell’intervento risultano al momento iscritti nel registro degli indagati.

Secondo le prime ricostruzioni, i vicini hanno chiesto aiuto dopo aver notato l’uomo in uno stato di forte agitazione. Sul posto è intervenuto inizialmente il 112, ma non riuscendo a riportarlo alla calma è stato richiesto il supporto dei carabinieri. All’arrivo delle pattuglie, Bani non avrebbe collaborato al controllo, rifiutando di consegnare i documenti. Uno dei militari ha utilizzato il taser.

Le prime tre scariche non hanno avuto l’effetto sperato e si è reso necessario un ulteriore intervento a contatto diretto. Subito dopo l’uomo ha accusato un grave malessere e si è accasciato a terra. A raccontare la scena è stato Thione Diongue, vicino di casa che ha assistito a tutto l’episodio. Secondo la sua versione, la situazione sarebbe peggiorata a causa di un gesto percepito come provocatorio.

L’uomo ha sottolineato che Bani non aveva con sé strumenti offensivi e non stava mettendo in pericolo nessuno, evidenziando come a suo parere la situazione potesse essere gestita diversamente. Dopo il malore, è stata allertata immediatamente un’ambulanza della Croce d’Oro di Manesseno. I sanitari hanno avviato le manovre di rianimazione sul posto e successivamente durante il trasporto, ma purtroppo per il 41enne non c’è stato nulla da fare.

Il fascicolo aperto dal sostituto procuratore Paola Calleri ha come obiettivo quello di chiarire se il decesso di Elton Bani sia stato conseguenza diretta delle scariche elettriche ricevute oppure se abbiano inciso anche condizioni pregresse di salute. L’autopsia sarà decisiva per stabilire le cause esatte. Gli inquirenti precisano che l’iscrizione dei due militari nel registro degli indagati rappresenta un atto dovuto, volto a garantire massima trasparenza. Parallelamente verranno analizzate la gestione dell’intervento, la proporzionalità dell’uso del taser e la tempestività dei soccorsi.

Originario dell’Albania ma da anni residente in Italia, Bani viveva insieme al fratello e lavorava come muratore nei cantieri tra Chiavari e Rapallo. Era seguito dai servizi territoriali per problematiche di tossicodipendenza e stava usufruendo di un programma di affidamento presso l’impresa familiare. Nonostante un passato complesso e alcuni precedenti, negli ultimi tempi aveva intrapreso un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. L’episodio di Genova si aggiunge ad altri casi che negli ultimi mesi hanno acceso il dibattito sull’impiego del taser da parte delle forze dell’ordine. Da un lato, lo strumento viene considerato un’alternativa meno invasiva rispetto ad altre forme di intervento; dall’altro, vicende come questa sollevano interrogativi sull’uso corretto, sulle procedure da seguire e sulle possibili conseguenze in situazioni delicate.

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