“Ciao Sono il tuo soccorritore, quando ti porto in ospedale non mi chiedi se sto con un maschio o con una femmina. Per questo chiedo #ugualidiritti” con questa frase, scritta a mano su un cartello, si presentano i militi della Pubblica Assistenza Molassana, che offre un servizio di ambulanze nel popoloso quartiere genovese della Valbisagno, per portare avanti il loro personale contributo alla campagna di informazione e sensibilizzazione sui diritti umani per tutti, gay e non.
Questa iniziativa trova supporto nella pagina Facebook intitolata “UgualiDiritti”, che ha fatto suo l’hashtag #ugualidiritti, che vuole, tramite il forte impatto e la grande diffusione dei social network, contribuire a diffondere informazioni positive riguardo alla campagna portata avanti dalle associazioni LGBT (lesbo, gay, bisex e transgender n.d.a.) per il riconoscimento dei diritti delle minoranze gay in Italia.
Questa iniziativa sta avendo particolare successo anche perchè in questi giorni il dibattito, anche parlamentare, sui temi che riguardano le coppie di fatto è di grande attualità e dibattuto in ogni salotto televisivo e sulle pagine dei quotidiani. Incidono particolarmente sul tessuto sociale le parole del messaggio dei volontari genovesi, in quanto fa leva sul bisogno dell’animo umano di affidarsi istintivamente, nei momenti di necessità o di bisogno, a chiunque ci tenda una mano e ci offra aiuto.
Non ci chiediamo, infatti, se il medico che ci sta salvando la vita o il nostro soccorritore in un momento di bisogno, sia uomo o donna, né tantomeno quale sia il suo orientamento sessuale. L’avvocato gay non è certo da considerarsi meno competente di quello etero, così come l’idraulico transgender non sarà meno economico di quello etero.
L’intento delle campagne di sensibilizzazione #ugualidiritti è di diffondere il concetto che nella propria vita privata ognuno è libero di esprimere la propria sensibilità, senza vincoli morali o religiosi che frenino la capacità umana di amare e di essere riconosciute semplicemente persone.