Gazprom, Kiev non paga il gas: a rischio le forniture europee

Cresce la tensione tra Mosca e Kiev in merito al pagamento del gas, e la Gazprom minaccia ora di tagliare i rubinetti all'Ucraina entro due giorni. Un'azione che potrebbe avere pesanti ripercussioni sulle forniture europee

Gazprom, Kiev non paga il gas: a rischio le forniture europee

Il colosso del gas Gazprom, azienda pubblica russa che detiene il monopolio europeo del mercato del gas (ed è peraltro anche lo sponsor ufficiale della Uefa Champions League 2014/2015) ha ventilato il pericolo di un taglio ai rubinetti di tutta Europa, se da Kiev non arriveranno i pagamenti. Una maxi-bolletta che l’Ucraina non ha intenzione di pagare, mentre la Gazprom ha già annunciato che, se i soldi non arriveranno entro due giorni, taglieranno la fornitura di gas a Kiev. Una probabile decisione che rischia di avere pesantissime ripercussioni sulle forniture europee di gas, come ha dichiarato lo stesso CEO di Gazprom Alexei Miller, poiché: “Questo crea seri rischi per il transito del gas verso l’Europa”. Insomma, l’Ucraina rappresenta uno snodo cruciale nel commercio del gas verso le regioni meridionali dell’Europa, e tagliarla fuori dal mercato significherebbe privarsi della via più comoda per rifornire di gas il resto dell’Europa. Con tutti gli impedimenti logistici del caso.

Per cercare di scongiurare questa ipotesi, Mosca e Kiev hanno stanno ancora discutendo sul prezzo del gas imposto dai russi, e sul regolamento del debito ucraino legato proprio all’acquisto di questa preziosa risorsa naturale. La soluzione a questi attriti era precedentemente arrivata in Ottobre, quando l’Ucraina aveva assicurato il pagamento anticipato per le future forniture di gas, ma in questi giorni il problema si è ripresentato in maniera ancora più marcata, essendo oramai prossima la scadenza del precedente accordo, che terminerà alla fine di Marzo.

Insomma, è necessario trovare una nuova intesa, o gran parte dell’Europa rischia di ritrovarsi a secco. Cosa non certo facile, perché da quando Gazprom ha preso la decisione di rifornire i separatisti filorussi, dopo che il governo di Kiev aveva interrotto le forniture nelle regioni da essi occupate, l’Ucraina si è rifiutata di pagare poiché impossibilitata a controllare il volume e l’uso del gas fornito dalla Gazprom nel territorio.

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