Un egiziano di 41 anni, da qualche tempo residente a Roma nella zona Garbatella, è stato tratto in arresto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma per violenza perpetrata nei confronti della moglie.
Una vicenda un po’ strana eppure reale: l’uomo faceva il fioraio, un mestiere in cui la delicatezza e i modi gentili dovrebbero essere in prima linea, ma l’uomo invece era un violento e lo dimostrava continuamente prendendo la moglie a calci e a pugni. L’uomo è adesso accusato anche di maltrattamenti aggravanti in famiglia, lesioni personali aggravate e violenza sessuale aggravata.
A far partire le indagini è stata una denuncia della moglie al telefono rosa: la donna, anche lei egiziana, era stanca delle continue angherie che il marito la costringeva a subire e aveva telefonato al telefono rosa per raccontare la sua storia. Così i carabinieri hanno iniziato le indagini in via Selci, per verificare la veridicità del fatto e appurare se le violenze del marito erano di così grave entità come la donna aveva raccontato. Nel frattempo si è mossa anche l’Autorità Giudiziaria che ha provveduto a far arrestare l’uomo dopo l’accertamento dei fatti.
La situazione era uguale anche in Egitto, e anche negli anni che erano venuti in Italia, dal 2008 al 2013, nulla era cambiato, anzi la storia era andata avanti sempre peggio. L’uomo, dopo la verifica dei fatti, è stato subito rintracciato e arrestato, e adesso è richiuso nel carcere di Regina Coeli, in attesa di giudizio.
Ancora una volta un’altra storia di violenze e abusi sulle donne, costrette a subire a volte per amore della famiglia e dei figli. La presenza di associazioni come il Telefono Rosa dimostra come può essere utile un’organizzazione per salvare anche la vita a molte donne in pericolo tra le mura domestiche, vittime di mariti e compagni violenti. Dovrebbero essere tutte a confessare, mentre in realtà è solo una minima parte.