Gabriel Feroleto, padre ammette concorso in omicidio: pena ridotta a 24 anni

Nicola Feroleto, per la prima volta da quando è stato arrestato, ha ammesso il concorso nell'omicidio del figlio Gabriel, di appena due anni. L'uomo è stato condannato a 24 anni di carcere.

Gabriel Feroleto, padre ammette concorso in omicidio: pena ridotta a 24 anni

La Corte di Assise di Appello di Roma ha annullato la condanna all’ergastolo per Nicola Feroleto, il padre del piccolo Gabriel Feroleto, di appena 2 anni, ucciso dai genitori il 17 aprile 2019.

L’uomo è stato condannato a 24 anni di carcere, dopo che la Procura ha accolto la proposta di concordato in appello avanzata dalla difesa, con l’accusa passata da omicidio aggravato a omicidio semplice, la cui pena massima prevista è di 24 anni.

Per la prima volta Nicola Feroleto ha ammesso di aver ucciso Gabriel

Secondo quanto riferito dall’avvocato Alberto Scerbo, legale della famiglia di Gabriel, per la prima volta il padre ha ammesso il concorso nell’evento omicidiario. In questi due anni, l’uomo ha rilasciato circa 12 dichiarazioni diverse tra loro. Alla fine, oggi, ha reso dichiarazioni spontanee alla corte, dichiarando ai giudici: “Mi rimprovero di non aver fatto quanto necessario per salvare la vita di Gabriel, è un rimorso che mi porterò dietro tutta la vita”.

E’ stata quindi confermata l’ipotesi accusatoria che vedeva Donatella Di Bona, madre di Gabriel, come l’esecutrice materiale dell’omicidio del piccolo, e Nicola Feroleto ad assistere all’uccisione del bambino senza intervenire. In una nota, i legali avvocati Alberto Scerbo e Giancarlo Corsetti dichiarano che oggi l’imputato Nicola Feroleto ha concordato la pena con la pubblica accusa e la Corte di Assise ha emesso una sentenza di condanna a 24 anni di reclusione che ne conferma in pieno la responsabilità per l’omicidio del piccolo Gabriel, in concorso con Donatella Di Bona.

La ricostruzione dell’omicidio di Gabriel

Secondo quanto ricostruito dall’accusa, il piccolo Gabriel, il 17 aprile 2019, si trovava, insieme ai genitori, infastiditi dal suo pianto mentre stavano avendo un rapporto sessuale. La madre Donatella Di Bona gli ha stretto le mani intorno al collo, soffocandolo fino alla morte, mentre il padre Nicola non ha mosso un dito per fermarla, anzi, secondo l’accusa, avrebbe poi preso il corpicino senza vita di Gabriel e lo avrebbe gettato tra i rovi. In seguito la madre avrebbe cercato di inscenare un incidente, dicendo che Gabriel era stato ucciso da un pirata della strada. Dopo ore di interrogatorio, la donna è crollata e successivamente è stato arrestato anche il marito Nicola.

 

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