Francesco Cavorsi, boss della Sacra Corona Unita, da diversi anni a questa parte, vive nell’ospedale Niguarda di Milano dove usufruisce di una camera doppia ad uso singolo e che costa allo Stato la bella cifra di 700 euro al giorno, questo perchè il boss pugliese si muove su una sedia a rotelle. Il killer non è piantonato, parenti e amici gli vanno a fare visita, un via vai di persone, uscite in permesso accordate dal giudice di sorveglianza, una prigione d’oro!
Francesco Cavorsi ha 51 anni è stato condannato all’ergastolo per tre omicidi. Il boss è originario di San Giovanni Rotondo, insieme al fratello si trasferisce a Milano negli anni novanta e si proclama ambasciatore della Sacra Corona Unita, la mafia pugliese. In quegli anni, inizia a stringere alleanze con pericolose associazioni serbo-albanesi.
Insieme al fratello, il boss dirige il traffico di droga e delle armi provenienti dai paesi dell’ex Jugoslavia. Viene ferito alle gambe dal capo ndranghetista Pepè Flachi che lo vuole morto. Francesco Cavorsi rimane paralizzato e quindi costrettto su una sedia a rotelle ma questo non lo ferma nella sua attività a delinquere. Il boss eseguiva personalmente le condanne a morte di chi lo infastidiva, chiedeva ai suoi collaboratori di andare con l’auto a prendere il malcapitato, con la scusa di dovergli parlare e poi lo uccideva personalmente e ne andava anche fiero di come compiva le esecuzioni. Dopo essere stato catturato, Cavorsi cofessa i suoi tre delitti per cui riceve una condanna all’ergastolo.
Purtroppo per noi contribuenti, il killer pugliese è invalido e si muove su una sedia a rotelle per cui il carcere non sarebbe compatibile, secondo la legge italiana, quindi lo fanno stare in un ospedale di lusso con tutti i confort, dove risulta domiciliato e dove gira liberamente con la sua carrozzella.
I vertici ospedalieri sono molto imbarazzati, hanno anche presentato diverse relazioni alla magistratura chiedendo di individuare un luogo più idoneo per una persona condannata all’ergastolo. Il direttore sanitario, Giuseppe Genduso dice : “Finora nulla si è mosso. Noi curiamo tutte le persone, chiunque siano, ma questo paziente non ha bisogno di una struttura di degenza per malati acuti”.