Sta suscitando grande dibattito la decisione della dirigente scolastica dell’Istituto Galilei di Santa Sofia, situato nell’Appennino forlivese, che ha scelto di adottare una misura inusuale per contrastare il degrado nei bagni maschili della scuola. Dopo aver riscontrato ripetuti episodi di vandalismo e scarsa pulizia, la preside ha deciso di avvertire le famiglie degli studenti con una circolare in cui si propone di sorteggiare tre alunni, uno per ciascun anno di corso, per farli partecipare alla pulizia dei bagni. Una scelta che, come previsto, ha scatenato un acceso dibattito.
Il contesto della controversia nasce da episodi di scarsa igiene e vandalismo che si sono verificati ripetutamente nei bagni maschili della scuola. In più occasioni, i servizi sono stati trovati sporchi o addirittura intenzionalmente imbrattati. Identificare i responsabili si è rivelato complesso, e la situazione ha sollevato l’urgenza di prendere provvedimenti concreti per ripristinare il rispetto degli spazi comuni.
Per affrontare il problema, la dirigente scolastica ha inviato una circolare ai genitori, informandoli che in caso di ulteriori episodi spiacevoli, sarebbe stato proposto un sistema di sorteggio per individuare tre studenti, uno per ogni anno, a cui sarebbe stato chiesto di pulire i bagni. Qualora questa misura non fosse stata accettata, la preside ha suggerito come alternativa la richiesta di un contributo economico alle famiglie, destinato a coprire le spese straordinarie dei collaboratori scolastici incaricati della pulizia.
La preside dell’Istituto Galilei, in un’intervista rilasciata a Il Resto del Carlino, ha spiegato che la finalità del provvedimento è puramente educativa, con l’obiettivo di responsabilizzare gli studenti e far sì che mostrino maggiore rispetto per i locali della scuola e per il lavoro dei collaboratori scolastici. “L’obiettivo è far comprendere ai ragazzi l’importanza di mantenere gli spazi comuni puliti e in ordine, affinché non si ripetano episodi di vandalismo o incuria“, ha dichiarato la dirigente.
Tuttavia, la circolare non è stata accolta in modo unanime e ha sollevato non poche polemiche. Alcuni genitori e rappresentanti del corpo docente hanno espresso dubbi sull’equità del sorteggio come metodo per individuare chi deve occuparsi della pulizia. La preoccupazione principale riguarda il fatto che tale misura possa sembrare una forma di punizione collettiva, colpendo studenti che non hanno alcuna responsabilità negli atti di vandalismo. La preside ha cercato di chiarire che non vi era l’intenzione di “colpire a caso” i ragazzi, ma che si trattava di una proposta volta a stimolare un cambiamento comportamentale.