A Fano, nella provincia di Pesaro-Urbino, è divampato un focolaio di Dengue, con 102 casi confermati e 10 probabili. La Regione Marche ha rilasciato una nota rassicurando che la situazione è “sotto controllo”. Nonostante il numero significativo di contagi, il comunicato chiarisce che “non sono stati registrati episodi gravi e non si sono verificati decessi”. Attualmente, 35 persone sono state ricoverate in ospedale, ma la degenza massima è stata di soli 7 giorni, e in molti casi si è trattato di ricoveri precauzionali per accelerare le diagnosi. Il primo caso di Dengue, secondo il rapporto regionale, è stato identificato il 15 agosto, mentre l’ultimo caso noto risale al 25 settembre. “La curva di incidenza evidenzia una tendenza in chiaro decremento”, si legge nella nota, indicando che il picco dei contagi si è verificato tra il 14 e il 17 settembre.
Da allora, il numero di nuovi casi è calato considerevolmente: dal 23 settembre, solo una persona ha ricevuto una diagnosi di Dengue. L’aumento dei casi registrati negli ultimi giorni è legato principalmente a un ritardo nelle diagnosi effettuate, soprattutto per i pazienti sottoposti a test presso l’Istituto Superiore di Sanità a Roma, ma i sintomi si riferiscono a periodi antecedenti.Nel comunicato, la Regione Marche ha fornito ulteriori dettagli sulle caratteristiche della patologia e sul focolaio.
La Dengue ha un periodo di incubazione che varia da 3 a 14 giorni, con una media di 4-7 giorni. La valutazione epidemiologica si basa sui casi certi o probabili, diagnosticati in base all’insorgenza dei sintomi, che generalmente si manifestano dopo una puntura di zanzara avvenuta circa una settimana prima. Un confronto tra esperti locali e rappresentanti del Ministero della Salute ha portato a concordare sulle misure da adottare per contenere il focolaio. Tra queste, sono state implementate tutte le necessarie misure di sanità pubblica, compresa la continua sorveglianza sanitaria.Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione Sanitaria presso il Ministero della Salute, ha dichiarato che “il ministro è in allerta” e ha confermato che un incontro si è svolto il 1° ottobre per monitorare la situazione. Vaia ha rassicurato che “l’andamento complessivo è sotto controllo” e ha sottolineato l’importanza di due azioni: una individuale da parte dei cittadini, che devono usare repellenti e prevenire ristagni d’acqua, e una a livello di sistema, che spetta ai Comuni, i quali devono garantire la manutenzione degli spazi verdi e attuare disinfestazioni regolari.
A conferma del quadro epidemiologico, Vaia ha precisato che la Regione Marche ha registrato 102 casi confermati e 10 probabili al 30 settembre, ma l’Istituto Superiore di Sanità ha finora validato solo 22 casi, senza un effettivo aumento dell’incidenza, che risulta in calo dopo i due picchi del 6 e del 14 settembre.Per proteggere la popolazione, da lunedì le farmacie comunali di Fano hanno messo a disposizione un kit di protezione a prezzo calmierato (15 euro), composto da 10 larvicidi, uno spray repellente e una pennetta disinfettante. In totale, sono stati resi disponibili 800 kit. Giovedì si riunirà nuovamente il Gruppo Operativo Regionale per le Emergenze Sanitarie (Gores), composto da esperti di diverse discipline, che aveva già svolto un primo incontro per discutere delle misure di contrasto all’epidemia.
Nel frattempo, il Comune di Fano ha avviato una massiccia operazione di disinfestazione in tutta l’area urbana e ha lanciato una campagna informativa per sensibilizzare i cittadini su come eliminare le zanzare nelle proprie abitazioni e giardini. Tra le raccomandazioni figurano l’eliminazione dei ristagni d’acqua in vasi e ciotole per animali, l’uso di abiti a maniche lunghe e chiari, zanzariere alle finestre e repellenti efficaci. Il Comune ha inoltre posizionato diverse trappole per zanzare, i cui esemplari catturati saranno esaminati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche per verificare l’eventuale infettività.