Foce Regi Lagni, il cimitero di cefali e cormorani

Castel Volturno, scoperte carcasse di pesci e uccelli. Depurazione assente, allarme sanitario altissimo; dei cinque depuratori presenti nessuno funziona perfettamente, mentre continua lo sversamento di ogni tipo di rifiuti in quelle acque.

Foce Regi Lagni, il cimitero di cefali e cormorani

Si è librato in aria in tutta la sua maestosità per pescare. Ha individuato la preda a pelo dell’ acqua e si è tuffato senza alcun indugio per catturarla. Pochi secondi dopo è risalito con un grosso cefalo incastrato nello becco e si è posato sulla riva della vicina spiaggia per trasformarlo nel suo banchetto. Qui è morto.

Si tratta di una delle ipotesi fatta dagli esperti sulla fine dell’ affascinante uccello pescatore. La sua carogna (insieme con quella del suo ultimo banchetto) è stata scoperta in una delle zone a più alto rischio sanitario della costa Domiziana, l’area dove sversano i propri rifiuti in maniera per lo più illegale cento comuni e tre aree industriali. Siamo alla foce del canale fognario dei Regi Lagni, a metà della riviera del comune di Castel Volturno.

Le carogne del cormorano e del cefalo non sono gli unici simboli di un degrado che non è solo ambientale, ma che colpisce le coscienze e squarcia il silenzio sulla gestione del ciclo integrato delle acque e sulla depurazione dell’ intera Campania. Qui, alla foce destra e a quella sinistra del canale, ovunque ci sono carogne di molti tipi di animali, che dividono l’ arenile con rifiuti di ogni sorta. Fra pneumatii consumati, elettrodomestici obsoleti, parti d’arredamenti non più utili, lamiere di eternit, ci sono i resti di animali da cortile, di cani, di gatti. E ovviamente ci sono anche le carogne di bufale cadute, o buttate nell’ invaso da alcuni dei numerosi allevamenti che si trovano nel percorso di Regi Lagni. E ci sono centinai di pesci morti trasportati sulla riva dalle onde e che sono costantemente beccati da stormi di cormorani e gabbiani.

Nella giornata in cui le spiaggie domiziane sono state invase da gente alla ricerca dei primi decisi raggi di sole di questa primavera, il panorama in quest’ angolo di costa supera abbondantemente la desolazione e sconfina nella paura di un alto rischio sanitario.

Chi sono i responsabili della bomba ecologica che costantemente riversa veleni nel mare e sulle spiaggie di Castel Volturno?  Lungo i 50 km del canale borbonico ci sono ben 5 impianti di depurazione, che occupano oltre 500 operai. I due terzi delle amministrazioni che avrebbero dovuto collegarsi alla rete, però, sversano illegalmente direttamente nel canale e quindi a mare senza alcun trattamento.Peraltro, gli stessi impianti di depurazione sono inadeguati e avrebbero bisogno di una radicale ristrutturazione. Siccome nulla si muove, nonostante le necessità , la procura di Santa Maria Capua Vetere nell ‘ aprile di 4 anni fà sequestro’ i 3 impianti presenti nel territorio della provincia di Caserta. A giugno del 2013, poi, proprio all foce del canale fu innaugurato un impianto di grigliatura, che avrebbe dovuto garantire l’intercettazione di rifiuti di grosse dimensioni. La struttura però ha funzionato solo un mese, e da settembre è inutilizzata, col roschio che a breve possa trasformarsi nell’ ennesimo fantasma di cemento e acciaio del litorale casertano.  

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