Quella che vi stiamo per raccontare è una vicenda assurda, che ha davvero dell’incredibile e che sembra uscita da una barzelletta. Invece no, è tutto reale. Una persona deceduta due anni fa, un 53enne di Sesto Fiorentino (Firenze), rischia comunque di essere “arrestato” in quanto, in questi giorni, il suo avvocato, Giovanni Marchese, ha ricevuto dal Tribunale l’ordine di esecuzione della pena definitiva. Nell’atto c’è scritto che il condannato, anche se deceduto, rischia il carcere se non verrà presentata una istanza di pena alternativa.
Tutto ha avuto inizio nel 2010, allorquando l’uomo sottoposto ad indagine venne indagato appunto per peculato. Nella fattispecie il 52enne svolgeva, di fatto, le funzioni di amministratore di un’agenza di pratiche auto. Nel corso della sua attività lavorativa si sarebbe intascato i soldi dei bolli auto, somme che, di norma, devono essere versate poi all’Aci. Dopo le indagini da parte dell’autorità giudiziaria l’uomo è stato sottoposto a processo penale, ma nel frattempo è venuto a mancare.
Giustizia eterna
Già nel 2012 il 53enne venne condannato con il rito abbreviato a 1 anno e 4 mesi di reclusione. A novembre del 2019 si è invece tenuto il processo dinanzi la Corte d’Appello. Il suo legale si stava preparando per l’udienza, quando poche ore prima di entrare in Tribunale venne a sapere che il suo assistito era morto.
Nonostante il decesso dell’indagato i giudici diedero comunque lettura della sentenza: in quel frangente l’autorità giudiziaria decise di aumentare la pena di reclusione a 2 anni e 2 mesi. Il legale, nonostante tutto, si è visto recapitare l’ordine di pena definitiva e adesso dovrà lavorare per risolvere la situazione.
Tra l’altro, come è noto, il decesso di un indagato estingue automaticamente il reato, per cui non si può assolutamente essere condannati. Nonostante tutto in questo caso, per motivi che non spetta a noi giudicare, la vicenda giudiziaria è andata avanti lo stesso, con tanto di condanna per il povero defunto.